Furti d'identità: chi rischia di più nel 2020?
23 dic 2020 | 3 min di lettura | Pubblicato da Franco C.
Italia tra i paesi più colpiti dalle frodi
Buona parte della vita si è spostata verso il mondo virtuale, soprattutto se parliamo di acquisti, burocrazia (tasse o ricette mediche, per esempio) e finanza, nella gestione del conto corrente quando non addirittura nel segmento dei prestiti personali.
Eppure le statistiche dicono che in Italia siamo ancora in ritardo nel difendere i dati personali e le nostre credenziali, sempre più oggetto di frodi.
Furti d'identità: +26,6% nei primi sei mesi 2020
La conferma arriva dall'Osservatorio Cyber curato da Crif, secondo cui l’Italia è al sesto posto tra i paesi più colpiti dal furto dei dati su internet.
Nei primi sei mesi del 2020, addirittura, si è registrato un aumento del 26,6% di utenti che hanno ricevuto l'avviso di attacco ai danni dei loro dati personali. Gli alert sono relativi ai dati ritrovati sul dark web, cioè l'insieme degli ambienti web che non appaiono tramite le normali attività di navigazione su internet, quelli che hanno bisogno di specifici browser o di ricercehe mirate: il dato estremamente negativo è che, nel nostro Paese, questo tipo di frodi risultano il doppio rispetto a quelli rilevati sul web pubblico.
I più colpiti hanno fra 31 e 40 anni
Lo studio Crif evidenza che le fasce di età più colpite sono quelle comprese fra 31 e 40 anni e tra 41 e 50 anni: i primi risultano allertati nel 35,7% dei casi, i secondi nel 33,5% dei casi, mentre quelli che hanno fra 51 e 60 anni ricevono alert nel 30,2% dei casi di furto.
La maggior parte sono uomini: le donne rappresentano poco più di un terzo degli utenti allertati.
Gli hacker pescano dati personali ma anche password e username
I dati personali che vengono pescati sul dark web, ossia quelli più vulnerabili, sono soprattutto indirizzi email di individui o aziende, ma anche password, username e ancora i numeri di telefono: dati di contatto che poi vengono utilizzati per truffe attraverso phishing o smishing.
Molto gettonate anche le info con valenza finanziaria: carte di credito e iban, per esempio. Quasi sempre le mail sono associate a delle password (99,6%), al telefono (99,2%) e alle username (89,8%). Con i dati delle carte di credito, spesso sono presenti anche cvv e la data di scadenza (91,4%): nell’11,3% dei casi vengono trafugati anche nome e cognome del titolare.
Attenzione alle password basiche
L’indagine del Crif ha analizzato le password rilevate sul dark web: al primo posto c'è la ormai mitica, ma pericolossissima, 123456, al secondo posto 123456789 e, al terzo, qwerty.
Secondo gli esperti, sono tutte combinazioni molto, troppo, semplici, facili preda degli hacker. Sono password basiche che, secondo Crif, dimostrano poca esperienza da parte degli utenti, i quali non seguono le regole più elementari per proteggersi: scegliendo, ad esempio, password lunghe e diverse per ogni account, che abbiano combinazioni di lettere, di numeri e di simboli privi di legami coi dati personali.
I siti di intrattenimento sono i più pericolosi
Il 73,2% dei furti d'identità, nel primo semestre 2020, avviene sui siti di intrattenimento, soprattutto sui siti di giochi online e di streaming.
Si piazzano al secondo posto (18,7%) i portali di servizi finanziari come banking, o piattaforme exchange di criptovalute oppure ancora di servizi di pagamento. Sono tutti siti pericolosi perché, una volta attaccati, possono comportare per le vittime dei furti di identità, delle rilevanti perdite economiche: negli account di e-commerce, per esempio, si registrano il 6,5% dei furti, mentre l’1,6% dei furti riguarda gli account dei social media.
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