Elettrodomestici: la Ue introduce il “diritto alla riparazione”
6 feb 2024 | 3 min di lettura | Pubblicato da Rosaria B.
Diverse le misure contenute nell’accordo
In un futuro, non troppo lontano, sarà più facile ed economico per tutti far riparare i prodotti invece di eliminarli per acquistarne di nuovi. A rendere possibile l’accesso a questa possibilità, a tariffe contenute, sono alcune nuove norme europee che devono essere ancora approvate in via definitiva: per entrare in vigore dovranno poi essere pubblicate sulle Gazzetta Ufficiale della Ue ed essere recepite nei Paesi membri tra cui l’Italia.
Il cambiamento quindi non sarà immediato, ma la strada sembra essere tracciata dato che in un sol colpo l’introduzione di un diritto alla riparazione degli elettrodomestici consentirà di far bene al pianeta, riducendo gli sprechi, e al portafoglio dei consumatori europei abbattendo le spese.
Riparazioni disponibili anche dopo la scadenza della garanzia
Parlamento e Consiglio Ue hanno raggiunto pochi giorni fa un accordo sulla direttiva proposta dalla Commissione europea che garantisce il diritto alla riparazione (Direttiva Right to Repair, R2R). L’obiettivo di questo intervento è quello di “ridurre gli sprechi e sostenere il settore delle riparazioni, rendendole più accessibili e convenienti”. La decisione rappresenta un passo avanti nello sforzo di prolungare la durata di vita dei prodotti, ridurre i rifiuti e sostenere nel concreto i principi di un’economia circolare.
“Molto spesso, quando l’aspirapolvere, la lavastoviglie, la macchina da caffè o qualsiasi altro prodotto si rompe o è difettoso, è più facile disfarsene e comprarne uno nuovo piuttosto che farlo riparare, soprattutto quando la garanzia legale è scaduta”, ha sottolineato il Consiglio Ue in una nota ufficiale.
Le nuove norme, in estrema sintesi, dovrebbero essere in grado di rendere la vita dei beni più lunga grazie al diritto di avere, persino dopo la scadenza della garanzia legale, riparazioni più facili e convenienti.
Gli obblighi per i produttori
Le misure contenute nell’accordo raggiunto sono diverse. Finalmente viene introdotto l’obbligo per il produttore di riparare i prodotti domestici più comuni (e spesso acquistati attraverso il ricorso a prestiti personali o finalizzati, come lavatrici, aspirapolvere e persino smartphone). Ma la lista dei prodotti “riparabili” potrà essere allungata nel corso del tempo: la Commissione potrà introdurre requisiti di riparazione anche per i nuovi prodotti che verranno aggiunti all’elenco di quelli già coperti dalla direttiva R2R.
I consumatori inoltre dovranno essere informati in modo chiarosull’obbligo di riparazione a carico del produttore e della possibilità di prendere in prestito un dispositivo mentre il proprio è in riparazione o di optare, in alternativa, per un nuovo prodotto. Dovrà essere garantito l’accesso online gratuito ai prezzi indicativi delle riparazioni ed è prevista un’ulteriore estensione di un anno della garanzia legale per il bene riparato.
I produttori dovranno rendere disponibili pezzi di ricambio e strumenti a un prezzo che viene definito dal legislatore europeo come “ragionevole”. È stato inoltre raggiunto un accordo che vieta ai produttori di utilizzare clausole contrattuali e tecniche hardware o software per ostacolare le riparazioni. In particolare, non dovrebbero impedire l’uso di pezzi di ricambio di seconda mano o prodotti in 3D forniti da riparatori indipendenti.
Facilitare i servizi di riparazione in tutta la Ue
Per facilitare il processo di riparazione sarà istituita una piattaforma online europea articolata in sezioni nazionali. Attraverso queste piattaforme, i consumatori di ogni paese della Ue potranno trovare officine di riparazione locali, venditori di beni ricondizionati, acquirenti di articoli difettosi o iniziative di riparazione guidate dalla comunità, come i cosiddetti “café di riparazione” (già presenti in Italia come il Lab Barona-Repair Cafè, il primo di questo tipo nato a Milano).
A seguito del recepimento delle nuove norme, ogni Stato membro dovrà introdurre almeno una misura per promuovere la riparazione, come voucher e fondi dedicati, campagne di informazione, corsi di riparazione o sostegno per spazi di riparazione gestiti dalla comunità.
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