Crisi per il mercato dei prestiti P2P in Cina
28 ott 2018 | 2 min di lettura | Pubblicato da Francesca L.
Tra luglio e agosto sono state chiuse oltre 100 piattaforme
Se nel campo dei prestiti personali un ruolo di grande importanza negli ultimi mesi è stato assunto dai finanziamenti peer-to-peer nel nostro Paese, non possiamo dire certamente la stessa cosa rispetto a quanto sta accadendo in Cina. Qui, infatti, le piattaforme di P2P sembra che stiano vivendo un vero e proprio momento di crisi, situazione che ha avuto un impatto piuttosto considerevole anche per i brand europei che stanno cercando di affermarsi nel mercato orientale.
A risentire maggiormente di tale circostanza sembra essere il comparto dell’automotive che sta registrando una consistente frenata delle vendite in Cina per i prodotti importati, nonostante il Paese abbia previsto un calo robusto dei dazi.
Ma a cosa si deve la crisi dei prestiti tra privati? Stando a quanto reso noto da uno studio di Intermonte SIM la causa principale del rallentamento di questo settore sarebbe da ricondurre al fallimento di alcune piattaforme specializzati nei prestiti P2P, a seguito del loro grande successo. In Cina, infatti, nel 2015 è stato evidenziato un buon incremento dei prestiti tra privati che era arrivato a raggiungere i 200 miliardi di dollari, grazie anche ai tassi medi molto convenienti; tale dinamica avrebbe portato le autorità cinesi a fare delle considerazioni per non penalizzare troppo i canali di credito più tradizionali, tanto da vietare l’accesso a questi prestiti ad alcune categorie di richiedenti adottando così requisiti più severi. La diretta conseguenza per molte piattaforme è stata, appunto, la crisi: secondo i dati elaborati da Bloomberg tra luglio e agosto del 2018 si è registrata la chiusura di ben 118 piattaforme nel Paese. A questo proposito, il Governo sta mettendo a punto una serie di iniziative, in modo da scongiurare un effetto domino e un collasso del sistema.
La crisi del peer-to-peer come abbiamo accennato ha avuto già le prime ripercussione nel mondo automobilistico: la Cina rappresenta in questo contesto il primo mercato a livello mondiale, perciò un rallentamento delle vendite di auto nel paese avrà grandi conseguenze a livello mondiale.
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