Crisi, gli italiani comprano meno alimentari
10 mar 2023 | 3 min di lettura | Pubblicato da Franco C.
Si spende di più per acquistare di meno
Gli italiani non hanno mai mangiato così poco. È questo l'allarme lanciato da Unc, Unione nazionale consumatori, all'indomani della pubblicazione da parte di Istat dei dati sul mese di gennaio 2023 secondo cui le vendite al dettaglio aumentano del 6,2% in valore e diminuiscono in volume del 2,4% rispetto a gennaio 2022; le vendite dei beni alimentari, invece, aumentano, su base tendenziale, del 7,5% in valore ma diminuiscono del 4,4% in volume.
In parole povere succede che si spende di più per acquistare di meno, soprattutto nel carrello della spesa. Una situazione che allarma le associazioni dei consumatori, preoccupate che gli italiani finiscano per ricorrere a prestiti personali per tirare avanti.
Unc, caro-bollette: effetti devastanti sui consumi
"Su base annua al di là dei soliti rialzi in valore, un miraggio dovuto all’inflazione galoppante, le vendite in volume sono tutte negative, sia quelle alimentari che quelle non alimentari - spiega il presidente di Unc, Massimiliano Dona - Il carovita e il caro bollette stanno avendo effetti devastanti sugli acquisti, persino quelli alimentari, ossia quelli per definizione più obbligati, che precipitano del 4,4% su gennaio 2022. Insomma, gli italiani sono a dieta forzata. Urge ridare loro capacità di spesa".
Allarme Codacons
Per il Codacons i dati sulle vendite al dettaglio "dimostrano come il caro-prezzi continui a incidere sulle abitudini degli italiani, portando ad una sensibile riduzione degli acquisti cui fa da contraltare un aumento della spesa". Il calo dell’inflazione, sostiene il Codacons, dipende solo dalla riduzione delle tariffe energetiche mentre i prezzi al dettaglio sono ancora su livelli altissimi e incidono sulla spesa degli italiani, sottolinea l’associazione.
Rienzi: si spende di più e si compra meno
"Le famiglie continuano a spendere di più per acquistare sempre meno: la dimostrazione lampante arriva dagli alimentari, comparto dove le vendite a gennaio precipitano del -4,4% in volume a fronte di un aumento in valore del 7,5% - sottolinea il presidente Carlo Rienzi - Numeri che attestano l’esigenza di un cambio di rotta sul fronte dei listini al dettaglio, con il Governo che deve adottare misure specifiche per calmierare i prezzi e tutelare il potere d’acquisto degli italiani, che si riduce giorno dopo giorno".
Adoc, dati che gettano benzina sul fuoco
"I dati che ha diffuso l’Istat sulle vendite al dettaglio non fanno altro che gettare benzina sul fuoco - dice Anna Rea, presidente di Adoc - Il caro prezzi si abbatte su consumatori e intera economia. A seguito dell’aumento dell’inflazione i prezzi non calano e l’effetto del caro-prezzi pesa sulle famiglie italiane sempre più vessate e a disagio. A gennaio le vendite dei beni alimentari registrano una diminuzione del 4,4% nel volume, per quanto riguarda, invece, i beni non alimentari, c’è un piccolo aumento, ad eccezione dei prodotti farmaceutici (-1,4%). Tavole sempre più povere e, addirittura, rinunce per le cure. Chiediamo al Governo di agire subito e di allertare le prefetture e gli osservatori territoriali per un monitoraggio e un intervento immediato coinvolgendo le associazioni dei consumatori".
Coldiretti: il 72% degli italiani compra al discount
Sulla questione interviene anche Coldiretti secondo cui la situazione di difficoltà è resa evidente dal fatto che volano gli acquisti di cibo low cost con i discount alimentari che fanno segnare un balzo del +10,1% nelle vendite in valore, il più elevato nel dettaglio.
Secondo l’analisi Coldiretti/Censis, per difendersi dagli aumenti 8 italiani su 10, cioè l'81%, hanno preso l’abitudine di fare una lista ponderata degli acquisti da effettuare per mettere sotto controllo le spese d’impulso: il 72% degli italiani fa acquisti nei discount, mentre l’83% punta su prodotti in offerta, in promozione, pur di strappare i prezzi più bassi.
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