Come sono cambiati i consumi degli italiani durante la pandemia
22 feb 2021 | 2 min di lettura | Pubblicato da Paolo F.
A dicembre aumentano le vendite al dettaglio
Il coronavirus e le misure per arginare i contagi hanno avuto un impatto devastante sui consumi. Ma i dati dell'Istat indicano alcuni punti di luce.
A dicembre, le vendite al dettaglio sono aumentate del 2,5% rispetto al mese precedente.
Dicembre tra difficoltà e segnali di ripresa
La novità non è tanto il segno più, quanto il fatto che a crescere (con tutta probabilità grazie alla stagione natalizia) sono soprattutto i beni non alimentari (+4,8% in valore e +4,5% in volume).
Un segnale positivo dagli articoli che, nel corso del 2020, hanno sofferto di più, facendo ipotizzare anche il ricorso ai prestiti. A dicembre sono invece rimasti stabili, dopo un anno in crescita, i beni alimentari.
Dicembre non è però stato sufficiente per recuperare quanto perso. Il confronto con lo stesso mese del 2019 racconta ancora la difficoltà vissuta da famiglie e attività commerciali: le vendite al dettaglio sono diminuite del 3,1% in valore e del 3,2% in volume.
Con una forte crescita per i beni alimentari (+6,6% in valore e +5,7% in volume) e una caduta dei beni non alimentari (-9,4% in valore e -9,5% in volume).
I segni del Covid-19 sul commercio
Il Covid-19 non ha pesato solo sull'entità dei consumi, ma anche sulla loro composizione. Le limitazioni legate al lockdown e la ridotta socialità hanno diminuito la necessità di nuovi acquisti in settori come abbigliamento, pellicceria e calzature (-23,4%) e articoli da viaggio (-14,6%) rispetto al 2019.
L'importanza di soluzioni digitali per comprare, comunicare e sfruttare il tempo libero si riflette sulla spesa per dotazioni informatiche, telecomunicazioni e telefonia, cresciute del 15,3%.
Anche utensileria per la casa e ferramenta sono in territorio positivo, grazie a un progresso del 2,3%.
Negozi fisici in crisi, cresce l'e-commerce
Il legame tra stili di vita imposti dalle misure anti-contagio e la composizione dei consumi è chiaro: meno socialità, distanziamento e l’impossibilità di viaggiare hanno trasferito la spesa verso i beni relativi alla casa, alla cucina e alla tecnologia.
È cambiato anche il modo di acquistare. Spinto dalla necessità di limitare spostamenti e assembramenti, il commercio online è cresciuto del 34,6%. I negozi fisici segnano un calo delle vendite; a soffrire sono soprattutto quelli che operano su piccole superfici (-6,6%), ma anche la grande distribuzione accusa il colpo (-2,5%).
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