Cessione del quinto: se il tasso è da usura, parte il rimborso
21 feb 2014 | 2 min di lettura | Pubblicato da Franco C.
Cessione del quinto: se il tasso è da usura, parte il rimborso
I prestiti concessi dalle maggiori finanziarie spesso sembrano molto convenienti anche se in realtà bisogna prestare attenzione a eventuali costi nascosti che, in genere, danneggiano il consumatore non bene informato.
Pochi giorni fa è apparsa sui giornali la notizia di un pensionato cuneese che aveva contrattato nel 2008 una finanziaria in modo da ottenere un prestito con cessione del quinto della pensione: i soldi, 10 mila euro, gli sarebbero serviti in parte per estinguere il debito precedentemente contratto. A fine 2008 il pensionato, invece che i diecimila euro, si vede recapitare un'amara sorpresa: la finanziaria aveva pagato, sì, ma il bonifico era di soli 1.850 euro, con rata mensile da 167 euro per dieci anni e taeg del 22,03%. Il malcapitato si rivolse al Movimento consumatori, scoprendo in seguito che 5.112 euro del suo finanziamento erano stati destinati a coprire il premio per l'assicurazione sulla vita che lui aveva firmato contestualmente al contratto del finanziamento.
Per fortuna, lo scorso 27 gennaio è intervenuta la sentenza della Corte di Appello di Torino secondo cui, nel caso di cessione del quinto, l'importo dell'assicurazione obbligatoria che viene stipulata contestualmente alla stipula del finanziamento, va considerato all'interno del calcolo del tasso di usura anche per contratti in vigore nel 2009, epoca in cui Banca d'Italia non includeva tale cifra nel computo dei tassi medi.
Nel caso del pensionato cuneese, la Corte ha constato che i tassi applicati al prestito erano realmente al limite dell'usura: per questo il pensionato ha potuto intentare causa contro la finanziaria, la quale sosteneva che i costi legati all'assicurazione non potevano essere considerati all'interno della valutazione del rispetto o meno delle soglie d'usura, visto che, fino al 2010, tali costi non erano ricompresi nella rilevazione del tasso medio così come determinato dalla Banca d'Italia.
L'obiezione non è valsa a nulla: il pensionato ha vinto la causa, con la finanziaria condannata al risarcimento dei costi sostenuti (tra interessi, spese e commissioni), costi sottratti dalle rate successive.
Secondo il coordinatore dell'Osservatorio credito e risparmio del Movimento Consumatori, Paolo Fiorio, la sentenza di Torino ha decretato “un successo storico per tutti i consumatori che hanno sottoscritto dei contratti di prestito personale tramite la cessione del quinto di stipendio e pensione”. Fino al 2009, sostiene Fiorio, “questi contratti, di solito sottoscritti dalle fasce più deboli e da quelle più indebitate della popolazione, hanno sempre avuto un taeg elevato, sempre vicino alla soglia d'usura includendo nei costi, in moltissimi casi, proprio i premi dovuti per le polizze stesse”.
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