Cessione del quinto, inizio d’anno con soglia di usura più alta

Sono stati incrementati i tassi considerabili usurari

L’anno nuovo, per chi intende chiedere un prestito tramite la cessione del quinto dello stipendio o della pensione non porta notizie positive. Su questa tipologia di finanziamenti personali, sottoscrivibili sia da dipendenti pubblici ma anche da dipendenti di aziende private, è salito infatti il limite di usura.

Come ogni trimestre, il Ministero del Tesoro, sentita la Banca d’Italia e l’Ufficio italiano dei cambi, ha individuato il limite di usura dei tassi di interesse, denominato anche tasso soglia, superato il quale, dal punto di vista del diritto civile, gli interessi devono essere considerati usurari. Ad ogni incremento, in pratica, il limite a partire dal quale si configura il reato di usura, e su cui è possibile chiamare a intervenire la giustizia civile, si sposta verso l’alto.

A causa dell’aumento dei tassi di interesse medi applicati da banche e finanziarie, a partire da questo mese e fino al 31 marzo, sale dal 19,2125% al 19,675% il tasso oltre il quale le cessioni del quinto fino a 5mila euro verranno considerate usurarie. Per i finanziamenti di importo superiore è pari invece al 18,55% (era il 18,3% nell’ultimo trimestre del 2014).

Se si guarda all’andamento dall’inizio dell’anno si nota come i tassi di usura della cessione del quinto stiano tornando a salire, dopo la leggera riduzione che aveva caratterizzato l’ultimo trimestre del 2014. Dall’inizio dello scorso anno il tetto massimo applicabile a questo tipo di prestiti aveva registrato infatti un andamento sempre crescente. Per i contratti che non superano i 5mila euro il valore fissato come soglia è passato dal 18,325% del primo trimestre al 19,1% del secondo. E’ arrivato al 19,2375% nel terzo per poi scendere al 19,2125% negli ultimi tre mesi. Per gli importi di valore superiore ai 5mila euro i tassi di usura erano pari al 18,1875% all’inizio dell’anno. Da quel momento in poi è stato registrato un continuo aumento: 18,375% nel secondo trimestre; 18,6125% nel terzo e 18,3% nell’ultimo.