Cambiali, da Nord a Sud è boom di protesti
14 mag 2015 | 2 min di lettura | Pubblicato da Rosaria B.
Aumentano non solo le cambiali, ma anche il numero di quelle che non vengono saldate
Di fronte alla crisi economica, e alle difficoltà di tirare fino a fine mese, c’è chi chiede un prestito personale e c’è chi invece ricorre alle cambiali per ottenere un ulteriore allungamento dei tempi di pagamento. Ma con l’aumento delle cambiali è aumentato anche il numero di quelle protestate.
Secondo un'analisi di Gextra, una società specializzata nel recupero crediti, i mancati pagamenti sul 'pagherò' nel 2013 sono stati in totale di 951.296, per un ammontare di 1.606 miliardi di euro. A testimoniare tuttavia la debolezza economica di famiglie e imprese è il dato sull’andamento del fenomeno: l’aumento, ottenuto dall’elaborazione della società su dati Istat, è stato di oltre il 300% in alcune realtà del territorio nazionale.
Il trend vede le province del Nord registrare i maggiori incrementi dei protesti: a Ferrara all'incremento del 45% del numero di protesti corrisponde quasi il raddoppio dell'ammontare per un totale complessivo di 5,047 milioni di euro.
Nel bellunese l'aumento del numero di protesti (+28,8%) ha fatto raddoppiare nel 2013 rispetto all'anno precedente il valore totale pari a 1,767 milioni di euro. In provincia di Reggio Emilia i protesti sono saliti del 16,7% ma l'ammontare totale, pari a 6,548 milioni di euro è avanzato più velocemente con un tasso del 64,5%.
A Modena il valore complessivo, pari a 13,405 milioni di euro, è cresciuto meno del numero di protesti legati ai vaglia cambiari (+16,6%).
Unica eccezione “territoriale” è Rieti, situata nell’alto Lazio: nel 2013 vi è stato un boom del numero di protesti che registrano un aumento del 374% rispetto all'anno precedente.
L’analisi di Gextra evidenzia poi come in alcune province i protesti siano diminuiti di numero ma siano cresciuti esponenzialmente nel valore. In pratica, rispetto all’anno precedente, chi si è indebitato l’ha fatto in misura maggiore rispetto al passato.
L’esempio più clamoroso è Avellino: pur in presenza di una leggera riduzione di protesti pari quasi al 3%, il valore complessivo dell’ammontare è più che triplicato per un totale di 53,64 milioni di euro. A Cremona i protesti nel 2013 rispetto al 2012 sono calati del 10% mentre il valore complessivo è aumentato di oltre il 40% per un totale di 9,329 milioni di euro. Stessa situazione a Sondrio: nonostante un calo del 7% gli importi sono cresciuti del 27%. A Genova a fronte di una riduzione del 3,3% dei protesti vi è stato invece un aumento del valore di quasi il 30%.
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