Bonus bebé, nel mirino dell’Inps le false dichiarazioni
10 mar 2020 | 2 min di lettura | Pubblicato da Rosaria B.
Quets'anno l'accesso all'agevolazione non dipende dall'Isee
Dal mese di febbraio per sostenere le spese legate all’arrivo di un figlio è possibile far ricorso alla nuova edizione del “Bonus Bebé”. La legge di bilancio 2020 ha esteso l’assegno di natalità per ogni figlio nato, adottato o in affido temporaneo, dal 1° gennaio 2020 al 31 dicembre dello stesso anno.
Come per il passato sono previste due misure di bonus, per il primo figlio e per ogni figlio successivo al primo, ma quest’anno, rispetto agli anni scorsi, il bonus spetta a tutte le famiglie, con l’eliminazione del tetto Isee per potervi accedere.
La misura annua del bonus, che permette di ottenere una liquidità aggiuntiva che diversamente sarebbe ottenibile solo accedendo ad un prestito personale, dipende dal valore dell’Isee del nucleo familiare in corso di validità al momento della domanda. L’importo varia a seconda della fascia Isee ed è prevista una maggiorazione del 20% in caso di figlio successivo al primo.
Per il 2020 in assenza di Isee in corso di validità al momento della presentazione della domanda, a differenza degli scorsi anni, l’assegno di natalità potrà ugualmente essere corrisposto, ma nella misura minima di 80 euro al mese oppure di 96 euro al mese in caso di figlio non primogenito. L’importo dell’assegno potrà successivamente essere integrato della differenza eventualmente spettante una volta consegnata la dichiarazione Isee mancante.
La novità dell’edizione 2020 è che il bonus spetta sempre, in caso di nascita, adozione o affido di un bambino. Quello che cambia, in funzione dell’Isee, è l’importo. Fino all’anno scorso, invece, a questa agevolazione potevano accedere soltanto le famiglie con un Isee non superiore a 25 mila euro.
Ma occorre fare attenzione: chi ne fa richiesta deve essere in possesso dei requisiti già al momento della presentazione della domanda. L’Ente di previdenza nazionale ha infatti già predisposto le procedure per stanare i cosiddetti “furbetti”.
Tra le raccomandazioni fatte dall’Inps alle proprie sedi territoriali c’è infatti quella dei controlli che, verranno effettuati in collaborazione con i comuni per verificare che i nuclei familiari, i ruoli e i rapporti di residenza e convivenza dichiarati dalle famiglie corrispondano al vero. In presenza di dichiarazioni false, che possono dare luogo a conseguenze giudiziarie, è prevista la revoca del bonus e la restituzione all’ente previdenziale delle somme già percepite.
Chi ha richiesto il bonus ha inoltre l’obbligo di comunicare all’Inps qualunque variazione del nucleo dovesse verificarsi nel corso dell’anno. L’erogazione dell’assegno è interrotta in caso di perdita di uno dei requisiti di legge (ad esempio, in caso di trasferimento della residenza all’estero, perdita del requisito della cittadinanza o di provvedimento negativo del giudice che determina il venir meno dell’affidamento preadottivo).
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