Acea: troppo ambiziosi gli obiettivi della mobilità green Ue
1 gen 2020 | 3 min di lettura | Pubblicato da Franco C.
Necessari nuovi eco-incentivi e l'intervento delle banche
La Commissione Ue punta ad un mercato automobilistico europeo sempre più green. Incentivi e prestiti auto vanno, e devono andare sempre di più, in questa direzione. Ma gli obiettivi che si è posta sono troppo ambiziosi, almeno rispetto alla situazione odierna e gli sforzi messi sulla carta nei prossimi anni appaiono insufficiente a raggiungere la meta.
Il giudizio arriva da Acea: preso atto del Pacchetto mobilità sostenibile e intelligente pubblicato da Bruxelles, l'associazione europea dei costruttori di auto sostiene che uno dei punti chiave della nuova strategia è quello di promuovere l'adozione dei veicoli a emissioni zero.
L'obiettivo è condiviso da Acea, che dedica 60,9 miliardi di euro del budget annuale alla ricerca e sviluppo, soprattutto in tema di decarbonizzazione.
Soltanto lo 0,25% del parco auto Ue ha zero emissioni
Quello della Commissione Ue, però, secondo l'Acea è un documento audace, visto che prevede di avere in strada, entro il 2030, almeno 30 milioni di auto a emissioni zero. Una visione lontana dalla realtà attuale, sottolinea il direttore generale Acea Eric-Mark Huitema.
Secondo una ricerca curata dall'associazione, infatti, dei 243 milioni di auto che hanno circolato sulle strade Ue l'anno scorso, quelle a emissioni zero, cioè elettriche a batteria ed elettriche-celle, erano meno di 615 mila: uno striminzito 0,25% dell'intero parco auto.
Secondo il direttore generale Huitema, per raggiungere l'obiettivo segnato dalla Commissione, bisognerebbe che nei prossimi dieci anni le auto a emissioni zero in circolazione aumentassero di quasi 50 volte.
Ci vogliono 15 volte più punti di ricarica rispetto a oggi
In sostanza, secondo Acea, in questo momento non esistono le condizioni che possano far prevedere un salto così grande. E questo anche se investimenti di settore nei veicoli a emissioni zero e la loro quota di mercato sono in crescita.
Il problema principale è la carenza di infrastrutture. Condizione essenziale per avere una mobilità a emissioni zero, secondo Acea, è una disponibilità, molto più diffusa dell'attuale, delle infrastrutture di ricarica e di quelle di rifornimento sia per le auto che per i camion. In tema infrastrutture, la Commissione stima che saranno necessari, entro il 2030, tre milioni di punti ricarica pubblici.
Secondo Acea, entro i prossimi undici anni, è necessario installare stazioni di ricarica almeno 15 volte superiori rispetto alle 200 mila attive nel 2019 in Ue. Per questo Acea chiede con forza all’Ue di spingere i governi a investire, subito e tanto, in infrastrutture di ricarica.
Obiettivi vincolanti per gli Stati membri
L'approccio volontario agli obiettivi infrastrutturali, sottolinea Huitema, ha dimostrato di non funzionare: alcuni paesi Ue sono stati attivi, ma molti altri hanno fatto poco o niente.
Proprio per questo, ribadisce Huitema, bisogna avviare subito la revisione dell’Alternative fuels infrastructure directive che deve includere degli obiettivi infrastrutturali vincolanti per ogni Stato membro.
E comunque, dice ancora Acea, oltre alle infrastrutture, occorrono necessariamente strumenti per incoraggiare i possibili clienti a passare alla mobilità verde. Un esempio può essere una maggiore tariffazione del carbonio, la prosecuzione nei programmi di rinnovo della flotta circolante e una serie di misure in modo da riqualificare i lavoratori del settore, facilitandone la trasformazione.
Incentivare all'acquisto con prestiti auto (anche da parte delle banche)
Altro problema che fa presente Acea: oggi le auto che circolano in Ue hanno un'età media di undici anni. Questo comporta che, andando avanti, le nuove auto verdi diventeranno più costose proprio quando gli europei avranno meno soldi da spendere, dopo tutti quelli spesi a causa dell'emergenza covid.
Se questo accade, si rischia di incidere sull'accessibilità economica della mobilità, aumentando l'età media delle vetture e, soprattutto, rallentando il rinnovo della flotta.
L'unica arma per contrastare questo pericolo, secondo Acea, sono gli eco-incentivi, quelli che molti governi, come l'Italia, hanno già varato. Anche le banche, secondo Acea, dovranno fare la loro parte, offrendo prodotti dedicati a comprare un'auto green, nuova o usata. Prestiti auto che, tra l'altro, in questo momento possono ancora godere di tassi di interesse molto bassi.
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