Rapporto Club Consumo
30 giu 2014 | 3 min di lettura | Pubblicato da Maria P.
Basta: il calo dei consumi nel nostro Paese è finito. E anche se la ripresa sta avvenendo per gradi, il futuro immediato appare più roseo fondamentalmente per via delle misure introdotte a supporto dei redditi, dell’inflazione ancora contenuta e degli incentivi a favore di alcuni settori. Questo il quadro tracciato dal Rapporto Club Consumo di Prometeia. Secondo il quale il 2014 sta facendo registrare un aumento dei consumi del +0,5% a prezzi costanti. E per questo si dovrà ringraziare anche il bonus fiscale. Un miglioramento si dovrebbe ravvisare soprattutto sui beni non alimentari. Ciò, per effetto della maggiore razionalizzazione e della riduzione degli sprechi che nella crisi le famiglie italiane hanno imparato a mettere in pratica come regole essenziali. Ma anche per colpa delle difficoltà delle fasce di reddito più basse, che riceveranno dal credito Irpef benefici marginali.
Secondo il Rapporto Club Consumo, circa il 40% delle famiglie italiane, ovvero quasi 10 milioni di nuclei, otterranno almeno un bonus fiscale nel 2014. Si tratterà in media di 655 euro, che arriveranno fra maggio e dicembre, per un totale che secondo le stime si aggirerà attorno ai 6,4 miliardi. Partendo dal presupposto che il bonus è una misura, come si dice, “una tantum” - ovvero la si incasserà una volta e basta e non cambierà il reddito in modo permanente - il Rapporto Club Consumo stima che l’85% della somma potrebbe andare a spese per consumi e il 15% ad accantonamenti o a investimenti con obiettivo di risparmio oppure ad altri usi, come per esempio il rimborso di prestiti contratti in precedenza. Una delle voci su cui l’impatto sarà maggiore sarà l’abitazione. Minore l’effetto su abbigliamento e calzature, percepiti come “non essenziali” e in quanto tali penalizzati dalla crisi.
Va detto che comunque l’aumento delle imposte indirette potrebbe attutire l’effetto del bonus fiscale. E se il credito d’imposta non fosse una misura “una tantum” ma stabile, le scelte di ridistribuzione delle risorse potrebbero essere diverse sia sul fronte del risparmio, degli investimenti e dell’eventuale ricorso a finanziamenti, fra i quali i prestiti, sia a livello di acquisti. Ad ogni modo, secondo le stime, per adesso l’incremento del reddito a disposizione permetterà ai consumi di recuperare di poco più dell’1% in media l’anno, anche tra il 2015 e il 2016. Non ci si potrà aspettare di meglio per via del ritorno all’accumulo di risparmio e del persistere delle difficoltà sul fronte del lavoro.
Anche a crisi finita, continua il Rapporto Club Consumo, i consumi non saranno più gli stessi. Nelle difficoltà le famiglie hanno messo in atto nuove strategie e comportamenti più virtuosi, ispirati al riutilizzo e alla riduzione degli sprechi. E hanno imparato a fare scelte non di marca, in promozione e a prezzi più contenuti. Difficilmente cambieranno rotta una volta che la tempesta sarà terminata. A ciò, va aggiunta la maggiore attenzione alle esigenze mediche e sanitarie e agli investimenti per il futuro, in risposta alle manovre restrittive varate negli ultimi anni in Italia per tenere a bada la spesa sanitaria e quella pensionistica. Quanto ai mezzi di trasporto, si assisterà a un ulteriore spostamento verso le alternative ai mezzi privati. Insomma: si torna timidamente a consumare, ma con molto più criterio.
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