Prestiti per riqualificazioni energetiche
22 set 2014 | 3 min di lettura | Pubblicato da Maria P.
Partiamo da un presupposto: cambiare l’impianto energetico di casa installandone uno a più basso consumo vi conviene. Se la casa in cui abitate è di vostra proprietà, anche se non siete spiriti convintamente ambientalisti, considerate quanto segue: dopo una ristrutturazione di questo tipo, il suo valore aumenta. Il motivo è semplice: le spese di riscaldamento pesano per il 75% almeno sui costi di gestione ordinari e, dunque, dimezzarle fa salire la quotazione della vostra dimora. Morale: se un giorno doveste venderla, ci guadagnereste. Il sito specializzato www.riqualificazione-energetica.org fa un esempio concreto: considerati un alloggio di 75 metri quadri del valore iniziale di 97.500 euro e una spesa per la riqualificazione di 11mila euro, il valore dell’immobile aumenta del 20%, a quota 117mila euro, con un prezzo per metro quadro che dai 1.300 euro precedenti alla ristrutturazione arriva a 1.560 euro. Incremento totale: 19.500 euro. Guadagno netto: 8.500 euro.
Ma veniamo al punto più critico: quanto mi costa? La risposta dipende da quanto “massiccio” è l’intervento e dal tipo di casa in cui abitate: la soluzione indipendente consente progetti che non sempre in condominio sono ammessi. Vale comunque la regola di sempre: se la vostra situazione finanziaria lo consente – ossia, avete una fonte di reddito stabile e spese mensili contenute – potete valutare l’idea di fare ricorso a un prestito personale per ristrutturazioni o per nuovi impianti per la casa. La durata può andare dai 12 ai 120 mesi, con rimborso a rate mensili e nessuna penale in caso di estinzione anticipata. Attenzione: è assai probabile che la banca o la finanziaria vi chiedano di presentare la documentazione relativa alle spese e agli investimenti per i quali fate domanda di finanziamento.
E le agevolazioni fiscali? Come spiega l’Agenzia delle Entrate, le spese sostenute dal 6 giugno 2013 al 31 dicembre 2014 sulle singole unità immobiliaridanno diritto a una detrazione del 65%. Nel periodo compreso tra il primo gennaio 2015 e il 31 dicembre dello stesso anno, si scende al 50%. Dal primo gennaio 2016, la detrazione sarà del 36%. Per gli interventi su parti comuni di edifici condominiali o che interessino tutte le unità immobiliari di cui è composto il condominio, la detrazione è del 65% se le spese sono sostenute dal 6 giugno 2013 al 30 giugno 2015 e del 50% se il lasso di tempo in questione va dal primo luglio 2015 al 30 giugno 2016. Dal primo luglio 2016, l’agevolazione sarà rimpiazzata dalla detrazione fiscale prevista per le ristrutturazioni edilizie.Ergo, sarà del 36%. Ulteriori modifiche erano attese dal decreto legge 133/2014, il cosiddetto “Sblocca Italia”, in vigore dal 13 settembre. Invece, l’articolo 22 del decreto stabilisce che “l’aggiornamento del sistema di incentivi di cui al comma 154 dell’articolo 1 della legge 147/2013 è definito con decreto del ministro dello Sviluppo economico, di concerto con il ministro dell’Ambiente, entro il 31 dicembre 2014”. Tutto rinviato di qualche settimana, quindi. Chiudiamo con una nota positiva: le detrazioni valgono anche se avete ristrutturato con un prestito
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