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Prestiti per lavoratori precari

14 ott 2011 | 3 min di lettura | Pubblicato da Andrea P.

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Fonte (di reddito), fideiussione (garanzia esterna), fiducia (rapporto con la banca): si possono riassumere con queste “3 F” le condizioni che permettono l’accesso al credito anche a un lavoratore precario. In un contesto di progressiva riduzione del lavoro a tempo indeterminato - soprattutto per i più giovani - molte persone si chiedono come ottenere un prestito con la propria busta paga atipica.

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La situazione migliore è quella di chi può dimostrare alla banca o società finanziaria la presenza di una fonte di reddito esterna, ad esempio una casa di proprietà data in affitto (in alternativa si potrebbe concedere in garanzia l’ipoteca sulla casa, ma si tratta di una soluzione più rischiosa).

Se però non disponiamo di un’entrata come questa, potrebbe rendersi necessario il ricorso a un garante, che dovrà firmare una lettera di fideiussione (garanzia dell’obbligazione altrui) per coprire gli eventuali pagamenti residui dovuti dal debitore.

La fiducia, intesa come storia personale nella relazione con la banca (assenza di scoperti sul conto corrente, regolarità delle entrate, durata del rapporto) è anch’essa una carta da giocare: per piccoli importi può essere decisiva e portare a una soluzione positiva della richiesta.

È possibile, inoltre, acquistare una polizza assicurativa a garanzia del finanziamento, in caso di perdita del lavoro, invalidità o morte del debitore. Confrontando le offerte dei maggiori istituti bancari, in media il Taeg (tasso annuo effettivo globale, ovvero il costo complessivo del denaro richiesto) varia tra l’11 e il 12%, per un prestito di 10.000 euro a scopo liquidità, chiesto da un lavoratore dipendente e da restituire in 36 mesi.

Naturalmente le polizze rendono l’operazione più costosa, nel caso indicato fino a 500-550 euro.

Esistono inoltre varie iniziative di Regioni, Province e Comuni per garantire l’accesso al credito ai lavoratori precari, in base alle norme e risorse disposte da leggi regionali e fondi per le politiche sociali.

La Provincia di Milano, ad esempio, ha stipulato un protocollo d’intesa con tre istituti di credito (Bpm, Consum.it – Gruppo Mps e Gruppo Credito valtellinese – Credito artigiano) per l’erogazione di 12 milioni di euro ai lavoratori subordinati con contratto a tempo determinato; un’ulteriore convenzione permetterà invece ai lavoratori atipici non subordinati di accedere a un fondo di 20 milioni di euro tramite Bpm e Consum.it – Gruppo Mps. La scadenza da ricordare è fine dicembre 2011.

La scadenza del contratto del lavoratore dovrà essere di almeno cinque mesi (per i subordinati) o tre mesi (per i non subordinati) successiva rispetto al momento in cui viene chiesto il prestito. Per i subordinati, l’acquisto di un bene o servizio sarà finanziato fino a 5.000 euro, di un’auto fino a 10.000; per gli altri, la soglia per beni e servizi sarà di 4.000 euro.

Iniziative simili sono state attivate per i propri residenti dalla Regione Toscana (fondo di garanzia per erogare fino a 15.000 euro a tassi agevolati, restituibili da 18 a 60 mesi, ai giovani lavoratori a tempo determinato, nell’ambito del progetto “Giovani Sì”) e dal Friuli Venezia Giulia (con un Fondo di garanzia presso la Banca Mediocredito: prestiti finalizzati fino a 15.30, credito libero fino a 3.060 euro) e da altre istituzioni locali.

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