Prestiti per interventi alla vista
24 giu 2013 | 3 min di lettura | Pubblicato da Maria P.
Si chiamano miopia, ipermetropia, astigmatismo e presbiopia e sono i principali difetti della vista. Le differenze? La prima di solito viene a galla durante l’adolescenza e consiste in una messa a fuoco tutt’altro che definita degli oggetti lontani. L’ipermetrope, invece, comincia a soffrire del suo disturbo passati i 40 anni: i contorni degli oggetti sono poco delineati soprattutto da vicino, ma anche da lontano. Astigmatici, poi, si nasce: la visione, in questo caso, è offuscata sia da vicino che da lontano. Per il presbite la vista da vicino cala progressivamente dopo i 45 anni. Almeno un punto in comune c’è: qualunque difetto alla vista si abbia, si può correggere con gli occhiali, con le lenti a contatto oppure con apposite operazioni, in particolare tramite l’uso del laser.
Qualcuno tempo fa ha scritto che in Italia si effettuano circa 150mila interventi laser ogni anno proprio allo scopo di risolvere i problemi alla vista: cataratta, miopia, astigmatismo, ipermetropia, presbiopia e glaucoma tra gli altri. Al di là del difetto che si vuole correggere, tutti gli interventi hanno tempi di recupero piuttosto rapidi, che in genere oggi oscillano tra l’uno e i sette giorni. Quindi, chi ne avesse bisogno potrebbe mettersi in malattia senza stare troppo lontano dal lavoro. Il problema semmai sono i soldi, dal momento che a parte l’intervento – attorno ai mille euro per occhio – vanno conteggiate le visite mediche prima e dopo l’operazione. Ma, anche qui, una soluzione può essere il prestito.
Per affrontare un intervento agli occhi si può ricorrere a un prestito personale o finalizzato. Il primo in genere lo si chiede alla banca o alla società finanziaria. In alcuni casi, l’istituto erogante può domandare al cliente di spiegargli in che modo ha intenzione di spendere l’importo, magari con un preventivo delle spese. A questo riguardo, è bene sapere che le condizioni praticate da banche e finanziarie possono cambiare sulla base della destinazione del credito. Comunque sia, il prestito personale lo si può estinguere in anticipo rispetto alla scadenza concordata con la banca o con la società finanziaria. Ad ogni modo, la restituzione deve avvenire in un periodo di tempo non superiore ai dieci anni.
In alternativa c’è il prestito finalizzato. Si può accendere presso la clinica o lo studio medico con l’obiettivo di rateizzare il costo dell’intervento. Dietro, c’è la convenzione stipulata con una o più società finanziarie. Nel prestito finalizzato, il contratto per l’accesso al servizio e quello per il finanziamento sono due cose diverse e separate: il primo riguarda il consumatore e la clinica o lo studio medico, mentre il secondo coinvolge il consumatore e la banca o la società finanziaria. Quindi, anche se ci sono problemi con l’intervento, non si può interrompere il pagamento delle rate, dal momento che ciò peserebbe sul merito di credito e sulla possibilità di ricevere altri finanziamenti in futuro.
Altra opzione, volendo, è la cessione del quinto dello stipendio o della pensione. Pensata per lavoratori dipendenti e per pensionati, questa soluzione prevede rate d’importo fisso che non superino il quinto dello stipendio o della pensione, da versare con la trattenuta diretta sulla busta.
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