Le famiglie spendono meno
4 ago 2014 | 3 min di lettura | Pubblicato da Maria P.
Da una parte, le associazioni dei consumatori che lanciano un nuovo allarme e un altro appello al governo. Dall’altra, le banche che segnalano come i finanziamenti si stiano lentamente rimettendo in carreggiata. Oggi più che mai, la verità sta nel mezzo. Se infatti mettiamo sotto la lente gli ultimi cinque anni e facciamo un raffronto con il periodo precedente all’inizio di questa crisi, risulta evidente quanto gli istituti di credito e i consumatori siano diventati più prudenti. Ma se invece prendiamo in considerazione solo gli ultimi mesi, notiamo – pur sempre nel contesto di un periodo tutt’altro che facile – un lieve, modestissimo, ma in qualche modo incoraggiante miglioramento. Così possiamo conciliare l’analisi proposta dalle associazioni Adusbef e Federconsumatori, presiedute rispettivamente da Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, e quella dell’Abi. Che non raccontano due storie diverse, bensì una soltanto.
Le prime due sostengono, in una nota congiunta diffusa di recente, che le consistenze del credito al consumo hanno registrato l’ennesimo calo nel 2013. E questa volta, del 6%. Nel 2014 non va un granché meglio, visto che la flessione continua. Di più: le due sigle si spingono a pronosticare un -5% a chiusura d’anno. Per Adusbef e Federconsumatori, i dati sono la riprova di “un andamento estremamente grave e preoccupante”, il quale a sua volta è indice della “profonda crisi che le famiglie stanno vivendo”. E questo perché non soltanto sono diminuite le possibilità di accesso al credito, ma anche perché l’incertezza economica ha indotto gli italiani a spendere meno e a contrarre meno debiti per gli acquisti nei vari settori. Nel periodo a cavallo tra il 2009 e il 2010 le famiglie hanno iniziato a tagliare le uscite, incluse quelle che avrebbero comportato l’accensione di un finanziamento con tanto di rimborso a rate e, ovviamente, interessi. Secondo le due associazioni, che insieme hanno lanciato un appello al governo affinché “agisca immediatamente per un rilancio del potere d’acquisto”, la contrazione più forte si è avuta proprio nel 2013.
Una conferma di queste tendenze arriva dall’Associazione bancaria italiana che, come abbiamo avuto modo di ricordare in altre occasioni, registra ogni mese i dati provenienti dalle banche. Ebbene, nel mese di giugno l’Abi ha notato “un miglioramento della dinamica dei prestiti bancari”. Intendiamoci: i finanziamenti sono scesi rispetto allo stesso periodo dell’anno prima, ma in maniera più contenuta (-2,2%) rispetto al -3,1% del mese prima e al -4,5% dello scorso novembre. Nel dettaglio, il credito alle famiglie e alle aziende ha totalizzato a giugno un -1,4% annuo: sempre meglio del -2,4% del mese precedente e del -4,5% di novembre. Secondo l’Abi, è addirittura “il miglior risultato dal luglio del 2012”. A giugno, peraltro, i tassi di interesse sono calati. E dalla fine del 2007 – ossia prima dell’inizio della crisi – a oggi, i prestiti alle famiglie e alle imprese sono saliti da 1.279 a 1.427 miliardi di euro. Tuttavia, l’associazione delle banche ribadisce che, “a seguito del perdurare della crisi e dei suoi effetti, la rischiosità dei finanziamenti nel nostro Paese è ulteriormente cresciuta”. La nottata non è ancora passata.
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