Italiani più poveri, ma ottimisti
7 ott 2013 | 3 min di lettura | Pubblicato da Maria P.
Cambiano i consumi delle famiglie italiane, e cambia anche la propensione al risparmio, con effetti sulla richiesta di finanziamenti. Lo hanno confermato di recente l’Istituto italiano di statistica, l’indagine sul risparmio e le scelte finanziarie a cura di Intesa Sanpaolo e del Centro Studi Einaudi e il barometro Crif. Secondo l’Istat il reddito disponibile delle famiglie è diminuito, e di conseguenza il potere d’acquisto è calato del 4,7%. Quest’ultima voce, in particolare, ha registrato la flessione più forte dal 1990, anno che ha segnato l’avvio delle rilevazioni da parte dell’Istituto.
Che la vocazione al risparmio delle famiglie italiane si stia riducendo lo ha certificato l’indagine condotta da Intesa Sanpaolo e dal Centro Studi Einaudi. Secondo cui per il 66% degli intervistati mettere soldi da parte è ancora una necessità o quantomeno un obiettivo. Eppure, nel 2012 è riuscito a farlo soltanto il 39% degli interpellati, una percentuale più bassa rispetto a quella di 10 anni fa. Sul fronte dei redditi le famiglie fanno ancora fatica, ma l’indagine individua anche qualche spiraglio di luce: la quota di chi si aspetta un peggioramento della sua situazione in confronto all’anno prima è scesa infatti dal 59,3% dell’indagine precedente al 55,6% dello studio più recente. Questo anche perché se da una parte le famiglie hanno ridotto le spese dall’altra nel 7,7% dei casi hanno visto qualcuno dei loro componenti trovare una nuova occupazione o avviare un’altra attività.
In generale, il quadro ha un effetto sulle scelte d’investimento e sulla ricerca di finanziamenti per sostenere i consumi. La crisi, infatti, ha reso le famiglie più prudenti, e questo si riflette sia sui portafogli - quando si riesce ad accumulare qualcosa poi lo si usa per i figli, per la pensione e per la salute - sia sui prestiti. Come ha fatto notare Crif in un recente barometro, la domanda di prestiti da parte delle famiglie - sommando quelli personali e quelli finalizzati - ha fatto registrare un altro calo ad agosto, stavolta del 4% rispetto allo stesso mese dell’anno passato. Nel dettaglio, ad agosto i prestiti finalizzati hanno dovuto incassare un -5% rispetto al medesimo periodo del 2012, mentre quelli personali si sono limitati a un -2%.?
Il dato aggregato sui primi otto mesi dell’anno fa emergere una contrazione del 2,3% rispetto allo stesso periodo del 2012 e del 15,1% in confronto al 2009. La richiesta s’indirizza verso cifre tutto sommato modeste: tra gennaio e agosto, l’importo in media è stato di 7.517 euro, mentre il 52,8% delle domande ha puntato a un gruzzolo non superiore ai 5.000 euro. Dall’inizio del 2013 ad agosto la domanda di prestiti finalizzati è stata in media di 4.385 euro mentre per i prestiti personali la media è stata di 11.213 euro. Insomma, secondo Crif “le famiglie italiane hanno profondamente riorganizzato le loro uscite, spesso rinviando gli acquisti a momenti più propizi, ma anche orientando le richieste di finanziamento su soluzioni che gravino in modo meno pesante sul reddito disponibile, privilegiando di conseguenza scadenze più lunghe e importi più leggeri”.
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