Attenti alle truffe creditizie
30 giu 2015 | 3 min di lettura | Pubblicato da Maria P.
Come ci si difende dalle frodi creditizie? Ce lo spiega Crif, società specializzata in sistemi di informazioni creditizie, nel suo Osservatorio periodico sul tema. Dal quale emerge che nel 2014 i casi di frode creditizia realizzati tramite furto di identità si sono attestati attorno alle 25.500 unità, per un ammontare pari a 171 milioni di euro. Il 78,3% dei casi colpisce i prestiti finalizzati, anche se il peso sul totale è in leggera flessione rispetto all’anno prima. In crescita, invece, i prestiti personali: +13% in confronto al 2013.
Nel 62,4% dei casi le truffe sono a danno di uomini, ma l’Osservatorio registra anche un incremento dello 0,6% rispetto all’anno precedente per le donne. Quanto all’età, la fascia più colpita è quella tra i 41 e i 50 anni, con un’incidenza pari al 25,1%. L’aumento più significativo dei casi ha riguardato però i 51-60enni, con un +16,9% in confronto al 2013. In quasi un caso su tre la vittima è un lavoratore autonomo o un libero professionista: categorie più a rischio dal momento che i dati personali sono spesso pubblici e agevolmente rintracciabili su internet, tramite gli albi professionali online.
Ma veniamo ai suggerimenti per evitare le truffe. Innanzittutto, raccomanda la società, attenzione a quello che condividete online, soprattutto sui vari social network: spesso e volentieri i ladri di identità utilizzano queste informazioni. Potrebbe risultare azzardato, per fare un esempio, postare la foto del vostro cane con tanto di nome, soprattutto se è quella la parola chiave che avete scelto per la vostra casella di posta o per il vostro internet banking. In generale, tutte le informazioni riportate sui vostri profili potrebbero essere usate contro di voi. Un esempio. Avete presente il phishing? L’insidioso phisher vi manda un messaggio via mail che simula per grafica e contenuti quelli della vostra banca e che segnala un presunto e fittizio problema con il vostro conto corrente, per esempio un addebito spropositato. Il messaggio invita a cliccare su un link per risolvere immediatamente l’intoppo. La “pagina di atterraggio” è in tutto e per tutto uguale a quella del vostro internet banking. Qui, si chiede l’inserimento dei vostri dati.
Il guaio è che tutte le informazioni che immettete nella pagina finiscono nel server gestito dal phisher, che poi le usa per spendere i vostri soldi o per chiedere prestiti. Altro modo per difendersi è scegliere password diverse per ciascun profilo e far sì che le “parole d’ordine” siano a prova di violazione. Importante poi aggiornare periodicamente applicativi e sistemi operativi. Siamo esposti al rischio anche quando decidiamo di vendere o buttare i nostri computer, gli smartphone e i tablet, a meno che non ci assicuriamo di aver prima cancellato tutti i dati personali in modo definitivo. Diversamente, recuperarli potrebbe risultare tutt’altro che complicato per un esperto. E chi non si intende di tecnologia? Anche in questo caso si può fare qualcosa: quando getta un documento nella spazzatura, deve assicurarsi che il foglio non contenga informazioni personali o dati sensibili. Altrimenti, deve distruggerlo o almeno renderlo illeggibile prima di cestinarlo.
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