Prestiti, 4 consigli per le donne
26 ago 2019 | 3 min di lettura | Pubblicato da Maria P.
Ok, d’accordo, i dati si riferiscono agli Stati Uniti d’America, ma tutto il mondo è paese. O no? Sicuramente, gli spunti che emergono possono risultare interessanti anche per noi qui in Italia, che proprio in questi giorni ci accingiamo a rimetterci al lavoro dopo la pausa agostana. Andiamo al sodo.
All’inizio dell’estate è uscito il rapporto Women in Business di Experian, società specializzata nei servizi di reporting e marketing connessi al credito al consumo e alle imprese. Ebbene, secondo questo rapporto le donne negli Usa stanno avviando le attività a un ritmo record, ma facendo affidamento principalmente al credito al consumo, la cui formula non è sempre la più azzeccata se lo si vuole utilizzare, appunto, per dare il via a un’impresa.
Il che è vero anche per noi qui in Italia. Ora, secondo il Women’s National Enterprise Council ogni giorno negli States vengono avviate più di 1.800 imprese di proprietà femminile. Ma, in generale, nel mondo occidentale i numeri sono tutt’altro che dirompenti.
In Italia, per esempio, solo in un’attività su cinque la guida è affidata a una donna. Né va meglio per le start-up. Per contro, come segnala Economyup.it, le start-up fondate anche da donne hanno più probabilità di ricevere investimenti. E qui torniamo a monte: quale finanziamento chiedere per avviare l’iniziativa imprenditoriale che avete in mente? Come sottolinea Experian parlando degli Stati Uniti – ma anticipiamo che la regola è universale – affidarsi al credito al consumo può rendere più difficile ottenere altri finanziamenti in futuro.
Questo perché l’onore e onere – e quindi i meriti e demeriti – del rimborso dei finanziamenti ottenuti con le formule del credito al consumo (fra queste i prestiti personali, i prestiti finalizzati e le cessioni del quinto) ricadono sulla persona. Quindi, gli eventuali inciampi restano memorizzati – secondo i tempi e i modi previsti dai vari sistemi – nei database dei Sistemi di informazioni creditizie, andando così a pesare sull’affidabilità complessiva della richiedente e dunque sulle valutazioni effettuate dalle banche e dalle finanziarie alle quali si rivolgerà in futuro.
Chiedere invece un credito specifico per l’attività d’impresa – magari con qualcuna delle agevolazioni appositamente previste per l’imprenditoria femminile – può consentire di accedere a linee di credito a condizioni più interessanti e di mantenere separato il credito per la persona dal credito per l’azienda. E se si pensa alle difficoltà in cui può incappare un’azienda quando muove i primi passi, ciò non è di poco conto.
Experian dà quindi qualche consiglio che volentieri riproponiamo, riformulandolo per il nostro Paese, alle aspiranti imprenditrici italiane: pagare i debiti in tempo e secondo i termini concordati per conservare un elevato merito creditizio, per sé e per la propria impresa; esplorare attentamente ogni opzione creditizia prima di sottoscrivere un prestito che, se in generale è interessante, nel caso specifico e concreto potrebbe non essere il più adatto; sondare ogni risorsa a disposizione per poter far leva su quella più in linea con le proprie esigenze; monitorare i dati riportati nella Centrale Rischi e nei Sistemi di informazioni creditizie, pronti ad aggiornarli se occorre.
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