Due prodotti molto popolari: cds e rev
4 ott 2024 | 3 min di lettura | Pubblicato da Maria P.
Il credito al consumo è un’area del mercato fondamentale. Non solo perché può favorire la crescita economica e semplificarci la vita in mille modi diversi. Ma anche perché può condizionare la stabilità del sistema finanziario nel suo complesso e, pure per un tema di tutela dei consumatori. È importante, quindi, individuare i possibili focolai di sovraindebitamento, per capire come intervenire. Eventualmente, con iniziative di educazione finanziaria.
Al tema è dedicato un approfondimento molto interessante, contenuto nel lavoro di ricerca dal titolo “Tipologie di credito al consumo e canali di distribuzione dei prestiti bancari alternativi agli sportelli”, a cura di Massimiliano Affinito, Federica Sabbi, Raffaele Santioni e Francesco Santorelli. Il lavoro è apparso nella serie della Banca d’Italia “Questioni di economia e finanza” e fornisce un’analisi dell’evoluzione del credito al consumo in Italia, suddiviso per tipo di prestito e canale distributivo, per il periodo che va dal 2010 al 2021.
Attenzione ai rischi di eccessivo indebitamento
Dal lavoro emerge come ci siano alcune forme di credito e taluni canali di distribuzione alternativi agli sportelli bancari che sono generalmente considerati più rischiosi in termini di possibile sovraindebitamento delle famiglie.
Concentriamoci sulle forme di credito. Lo studio ne segnala in particolare due, considerate a maggior rischio di sovraindebitamento per le famiglie per tutta una serie di motivi: possono comportare una valutazione inadeguata del debitore e prezzi elevati, condizioni contrattuali in alcuni casi opache e processi decisionali un po’ più tortuosi per i consumatori.
I due tipi di prestito in questione sono le cessioni di quinto dello stipendio e i prestiti revolving.
Cessione del quinto dello stipendio: quali criticità?
Quali possono essere gli intoppi con la cessione del quinto, generalmente considerata uno degli strumenti più agili per ottenere della liquidità aggiuntiva da destinare, appunto, ai consumi?
Diciamo che, stando a quanto evidenzia la ricerca, può scattare un problema di percezione: la presenza della garanzia nelle cessioni del quinto dello stipendio può indurre alcune famiglie a non valutare in modo adeguato gli importi da rimborsare, e i creditori a prendere sottogamba il rischio di credito (o a considerare il datore di lavoro, invece del dipendente, come garante del prestito), contribuendo così a un indebitamento eccessivo.
Un ruolo decisivo ce l’ha l’alfabetizzazione finanziaria
La letteratura in materia segnala che chi sottoscrive prodotti di credito al consumo spesso possiede conoscenze finanziarie limitate ed è più incline a indebitarsi eccessivamente per via della mancata comprensione dei termini dei contratti. Come si può facilmente intuire, tutto ciò è più probabile che accada con i tipi di prestito che richiedono un maggior grado di approfondimento e valutazione.
Meno sofferenze, ma non per tutti i tipi di prodotto
È interessante infine notare come, secondo questo lavoro di ricerca, le banche più attive nel credito al consumo presentino in media una quota minore di sofferenze, eccezion fatta per quelle che invece sono più focalizzate sul revolving e sulla cessione del quinto dello stipendio.
“Sofferenze” vuol dire, essenzialmente, difficoltà a rimborsare i prestiti. Il che potrebbe implicare che nel processo decisionale che ci ha portato a sottoscrivere proprio quel prestito qualcosa non ha funzionato a dovere. E ci offre lo spunto conclusivo per dire che una maggiore preparazione finanziaria può decisamente fare la differenza: è acquisendo tutti gli strumenti informativi di base (e, laddove possibile, anche intermedi e avanzati) che saremo in grado di procedere a una più corretta riflessione e gestione di ciò che gli viene proposto.
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