Nuove regole per i prestiti
19 mag 2014 | 3 min di lettura | Pubblicato da Maria P.
Un nuovo codice di buona condotta per i Sistemi di informazioni creditizie, meglio noti come Sic. A fine aprile, il garante della privacy - autorità chiamata ad assicurare la tutela dei dati personali di ognuno - ha dato il via libera alla procedura per rivedere il codice deontologico di quelle che una volta erano conosciute come “centrali rischi”: il loro obiettivo, lo ricordiamo, è appurare la capacità del debitore di essere affidabile, preciso e puntuale nei versamenti e quanto più possibile estraneo al rischio di non rispettare le scadenze o di contrarre troppi impegni con banche o finanziarie sotto forma di prestiti o mutui. La revisione del codice si deve al bisogno, sentito anche dagli operatori del comparto, di adattarsi al nuovo contesto normativo e alle ultimissime tecnologie. L’autorità che vigila sui nostri dati personali ha quindi invitato pubblici e privati, associazioni dei consumatori, gestori degli stessi Sic e società che hanno accesso ai database privati a partecipare al cantiere per il nuovo codice. Le indicazioni di ognuno devono pervenire all’autorità entro venerdì 30 maggio, tramite e-mail, all’indirizzo consultazionesic@gpdp.it.
Ma c’è dell’altro. Mentre nel suo ultimo bollettino mensile la Banca centrale europea sottolinea che “in Italia i consumi di beni durevoli sono calati drasticamente”, causa “le deboli dinamiche del reddito reale disponibile e della ricchezza immobiliare delle famiglie, il processo di riduzione dell’indebitamento e un accesso più restrittivo ai finanziamenti”, di recente anche la Commissione europea è intervenuta sul tema della buona condotta, anche se con qualche differente sfumatura. In un rapporto, la Commissione ha segnalato che siamo ancora piuttosto lontani dal rispetto dei diritti degli utenti nel credito al consumo, malgrado le regole dell’Unione a loro tutela siano datate 2008. Il rapporto, secondo quanto ha segnalato l’agenzia di stampa Ansa, propone una riflessione e un’analisi su come e quanto i 28 Paesi dell’Unione abbiano finora applicato la direttiva sul credito al consumo. Due, secondo la Commissione, i diritti che gli istituti finanziari hanno trascurato nel proporre finanziamenti ai clienti: uno è quello del recesso dal contratto entro 14 giorni senza dover dare spiegazioni al creditore; l’altro concerne il rimborso anticipato del debito.
Un punto molto interessante riguarda poi le informazioni che banche e finanziarie forniscono nel momento in cui propongono un finanziamento. Stando a quanto riferisce l’Ansa, la Commissione europea ha simulato un tot di acquisti per mettere alla prova i Paesi dell’Unione. Ebbene, l’Italia ha registrato uno dei risultati migliori, con il 77% delle aziende che ha passato l’esame. Ha fatto meglio Cipro, totalizzando il 79%, un po’ peggio la Germania, con il 71%. Sono dunque ciprioti, italiani e tedeschi gli istituti di credito che hanno consegnato ai consumatori il maggior numero di indicazioni utili a orientarsi e a decidere in modo consapevole sui finanziamenti per le loro spese. La Commissione europea interverrà presto per incrementare presso gli utenti la coscienza dei loro diritti, anche tenendo conto del fatto che diversi Stati membri hanno adottato le regole in ritardo, lasciando perciò poco tempo ai creditori per adattarsi alle disposizioni varate qualche anno fa. Noi aspettiamo e stiamo a vedere.
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