La cessione del quinto
24 ott 2011 | 3 min di lettura | Pubblicato da Andrea P.
La cessione del quinto è la modalità di prestito destinata a lavoratori dipendenti e pensionati (questi ultimi a partire dalla legge 80 del 2005, ma solo per finanziamenti che non superino i 10 anni e previa stipula di un’assicurazione sulla vita) che consiste nella possibilità di rimborsare le rate tramite una trattenuta non superiore al 20% dello stipendio mensile netto o della pensione. Il requisito base per accedere alla cessione del quinto è avere compiuto almeno quattro anni di servizio.
Se invece ci troviamo a meno di 10 anni dalla data prevista per il pensionamento, non potremo stipulare un numero di quote mensili superiore ai mesi che ci restano per andare in pensione. Esiste inoltre una soglia per chi è già pensionato: la scadenza del piano di rimborso non può superare i 90 anni d’età. Per effettuare la richiesta è necessario un documento d’identità, il codice fiscale e l’ultima busta paga o cedolino della pensione. Per chi non ha il contratto a tempo indeterminato, come i lavoratori a progetto e i Co.co.co (collaboratori coordinati e continuativi) sono necessarie alcune condizioni: rapporto di lavoro di almeno 12 mesi e comunque superiore al periodo di rimborso, retribuzione mensile certa e continuativa.
Questa tipologia di finanziamento presenta almeno quattro vantaggi: non è finalizzata all’acquisto di un bene e non è necessario comunicare come saranno usate le somme ottenute, il denaro può essere concesso anche a soggetti che hanno subito un protesto o con problemi di insolvenza e non sono necessarie garanzie aggiuntive come la firma di un soggetto terzo, una fidejussione o un’ipoteca sulla casa. Inoltre, il datore di lavoro non può rifiutare l’operazione di cessione del quinto: è obbligato a trattenere le somme dalla busta paga del dipendente per versarle alla banca o società finanziaria. Il richiedente, infatti, conferisce una delega irrevocabile al datore e non potrà annullare la procedura fino al termine delle rate: questo meccanismo riduce di molto l’insolvenza volontaria che si verifica in altre tipologie di prestiti.
Nel 2009 la Banca d’Italia ha avviato un’azione di vigilanza sul comparto, richiamando alcuni intermediari al rispetto delle norme, perché alcuni operatori non restituivano le commissioni incassate in anticipo, in caso di chiusura anticipata dei finanziamenti: fino allo scorso aprile erano stati rimborsati circa 60 milioni di euro”.
Inoltre, sottolinea Palazzo Koch, le pronunce dell’Arbitro Bancario e Finanziario (organismo terzo a tutela dei consumatori) hanno evidenziato l’importanza di condizioni contrattuali comprensibili a tutti, “soprattutto in ragione delle situazioni di disagio in cui spesso versano gli utenti che si rivolgono agli operatori del settore”. Il tema ricorre in “numerosi esposti” inviati alla Banca d’Italia. “La cessione del quinto ha una funzione sociale importante” dichiara a Prestiti.it Giuseppe Piano Mortari, direttore operativo di Assofin, l’associazione del credito al consumo ed immobiliare. “Gli operatori rimasti sul mercato dopo l’intervento della Banca d’Italia sono solidi, spesso le banche più grandi. Potrà esserci un nuovo slancio dopo la riforma normativa di cui si parla da tempo, diminuendo la burocrazia e i tempi delle procedure”.
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