Credito, un protocollo contro gli abusi
18 nov 2013 | 3 min di lettura | Pubblicato da Maria P.
Prima non c’era, adesso c’è. Ha fatto il suo debutto ufficiale l’Osservatorio per il contrasto all’esercizio abusivo dell’attività di intermediazione del credito e “per la promozione di iniziative finalizzate a garantire maggiore efficacia e coerenza alle attività di controllo sugli operatori”. Così il comunicato stampa ufficiale, il quale aggiungeva che dietro all’Osservatorio c’è il protocollo d’intesa sulle linee guida per la lotta all’abusivismo creditizio firmato a Roma dall’Oam - l’Organismo che gestisce gli elenchi degli agenti in attività finanziaria e dei mediatori creditizi, dei cui albi un tempo si occupava la Banca d’Italia - e dalle dodici realtà che all’Oam oggi sono associate.
Alla base del protocollo c’è l’intenzione di monitorare la diffusione dell’abusivismo nel credito, intervenendo in maniera mirata per disinnescare i comportamenti non corretti. Questo, spiegano i firmatari del testo, non soltanto per tutelare i consumatori ma anche per difendere la reputazione dei professionisti del comparto. L’Osservatorio, nato in seno all’Oam, ha un rappresentante per ogni firmatario dell’accordo. Secondo le indicazioni degli operatori che lo hanno voluto, gli spetterà il compito di analizzare le caratteristiche dell’abusivismo nell’ambito dell’intermediazione creditizia, con un’attenzione particolare ai modelli inediti e alle nuove prassi. Seguirà anche, passo dopo passo, gli effetti delle iniziative avviate nel perimetro degli obiettivi individuati dal protocollo.
Dovrà poi condividere con la vigilanza i risultati delle sue analisi, affinché l’autorità competente possa eventualmente intervenire. Inoltre, valuterà l’opportunità di promuovere modifiche ai regolamenti per incrementare l’efficienza e la trasparenza nel collocamento dei prodotti creditizi e finanziari. Altro scopo dichiarato è sostenere azioni per una più decisa attività di segnalazione e di contrasto dell’intermediazione abusiva, nel caso anche col coinvolgimento dell’autorità giudiziaria. L’intesa prevede infine, in capo alle associazioni aderenti, il dovere di dare di fronte ai loro associati la massima visibilità alle iniziative adottate in scia al protocollo e l’impegno a promuovere la partecipazione di altre associazioni di settore che non aderiscono all’Oam.
Ma anche i consumatori hanno un ruolo tutt’altro che secondario. Gli addetti ai lavori raccomandano ancora una volta, a quanti sono alla ricerca di un finanziamento, di accertarsi che il professionista a cui hanno scelto di affidarsi sia negli elenchi tenuti dall’Organismo degli agenti e dei mediatori. Come? Tramite una verifica sul sito www.organismo-am.it. Basta inserire qualche dato e potete consultarne l’apposita scheda. Insomma, evitate di sottoscrivere qualunque documento se prima non avete per questa via ottenuto una conferma sul curriculum e sulla buona fede dell’agente o del mediatore a cui vi siete rivolti.
Per completezza, segnaliamo che le associate all’Oam che hanno siglato il protocollo sono Abi (Associazione bancaria italiana), Afin (Associazione finanziarie), Andafin (Associazione nazionale agenti in attività finanziaria), Assifact (Associazione italiana factoring), Assilea (Associazione italiana leasing), Assofin (Associazione italiana credito al consumo e immobiliare), Assomea (Associazione mediatori creditizi e agenti in attività finanziarie), Assoprofessional (Associazione italiana professionisti del credito), Fenafi (Federazione nazionale delle società finanziarie), Fiaip (Federazione italiana agenti immobiliari professionali), Fimec (Federazione italiana mediatori ed esperti creditizi) e Ufi (Unione finanziarie italiane). Al protocollo possono ancora aderire tutte le altre associazioni del settore.
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