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Cancellazione dal Sic, leggende e falsi miti

6 ago 2018 | 3 min di lettura | Pubblicato da Maria P.

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In uno degli scorsi articoli abbiamo parlato di come ottenere la cancellazione del proprio nominativo dalle banche dati creditizie in caso di furto d’identità e frode creditizia. Torniamo sul tema per dare qualche elemento in più. Innanzitutto segnalando che in materia di cancellazione dei dati molte informazioni si possono reperire sul sito di Crif, la società specializzata in Sistemi di informazioni creditizie.

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In più di un’occasione abbiamo spiegato cosa sono e come funzionano i Sic. La parte su cui ci concentriamo ora è quella che sul sito di Crif è dedicata ai “falsi miti” della cancellazione dei dati. Il primo riguarda il tipo di informazioni che è possibile rimuovere: secondo una vulgata molto diffusa, la cancellazione renderebbe più facile l’accesso a nuovi prestiti, lasciando intendere che si possono depennare i dati negativi. Non è così: “la cancellazione”, spiega Crif, “può riguardare solo i dati positivi”, ossia quelli sui finanziamenti regolarmente rimborsati. Cosa che comunque non conviene perché “banche e finanziarie valutano positivamente il fatto che tu possa dimostrare, attraverso il censimento nel Sic, di aver ripagato o di ripagare regolarmente un finanziamento”.

I dati sui ritardi nei pagamenti o sui mancati pagamenti possono essere cancellati prima del tempo solo se non corrispondono al vero (come nel caso delle truffe). Bisogna pagare per ottenere la cancellazione? No, è un altro falso mito: la cancellazione dei dati è un diritto gratuito. Terza leggenda metropolitana: i dati sui sistemi di informazioni creditizie vengono raccolti violando la legge sulla privacy. Pura leggenda, appunto: la verità, spiega Crif, è che “i Sistemi di informazioni creditizie, tra cui quello di Crif, sono regolamentati dal codice privacy e più specificatamente dal codice deontologico di riferimento entrato in vigore nel 2005”. Qualcuno, poi, sostiene che i dati non vengano cancellati in automatico “ma, scaduti i termini di legge, bisogna fare richiesta di cancellazione”. E invece no: trascorsi questi termini, la cancellazione avviene automaticamente e non esiste l’iscrizione a vita di un dato negativo nel Crif. Suggerimenti ancora più interessanti sono quelli che riguardano i soggetti di cui diffidare.

Innanzitutto, state alla larga da chi promette la cancellazione delle cattive notizie, perché “nella nostra esperienza questi soggetti mandano una semplice richiesta che cancella i dati positivi, ma non quelli negativi”. E sbianchettare le referenze buone potrebbe rivelarsi una pessima cosa. Crif ribadisce il perché: “il fatto che tu sia o sia stato un buon pagatore è un’importante referenza per banche e finanziarie e aumenta le possibilità di ottenere un nuovo prestito”. Crif fa un esempio molto efficace: “se a tuo nome sono presenti due finanziamenti, di cui uno regolare e uno con ritardi nei pagamenti ancora non sanati, richiedendo la cancellazione si otterrebbe l’eliminazione solo della posizione regolare, mentre quella con le segnalazioni di ritardi verrebbe mantenuta”. E la società che cercasse informazioni sul nostro conto vedrebbe solo la parte negativa. Ovviamente occorre diffidare anche di chi chiede soldi per ottenere la cancellazione dei dati: talvolta questi soggetti millantano un rapporto di collaborazione con Crif, che nella realtà non esiste.

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