Arredare casa con un prestito
4 apr 2019 | 3 min di lettura | Pubblicato da Maria P.
A Milano è già tempo di Salone del Mobile, manifestazione annuale che rende omaggio al design e alla manifattura italiana. Cogliamo l’occasione al balzo per fare il punto sul settore arredo. O meglio, su come finanziare gli acquisti nel settore dell’arredamento. Anche qui, vale la regola per cui, se non abbiamo abbastanza soldi per poter effettuare l’acquisto, possiamo aiutarci facendo ricorso ad un prestito per rinnovo arredamento. In questo caso ci può dare una mano tanto un prestito personale quanto uno finalizzato. Come abbiamo già visto in altre occasioni, le modalità per presentare relativa richiesta differiscono. Il prestito personale si può chiedere in banca o presso una finanziaria, senza dover necessariamente spiegare in che modo lo utilizzeremo. Al contrario, il prestito finalizzato, detto anche “credito collegato”, è – come lascia intuire il nome – strettamente legato allo scopo di spesa per il quale lo si ricerca.
Per questa ragione lo si può domandare e sottoscrivere, stanti apposite convenzioni con banche o finanziarie, presso il rivenditore del bene o del servizio per acquistare il quale si è reso necessario il finanziamento. Ricordiamo anche che mentre nel prestito personale le parti in gioco sono due – il consumatore che ha bisogno del finanziamento e il creditore che glielo concede – nel prestito finalizzato i soggetti in campo sono tre: l’acquirente del bene o del servizio che domanda e sottoscrive il prestito, il creditore che lo eroga e il rivenditore del suddetto bene o servizio, che fa un po’ “da tramite”. Più nello specifico, il rivenditore corrisponde all’acquirente il bene o il servizio e viene per questo pagato non dall’acquirente – che non ha la somma necessaria e infatti ha chiesto il finanziamento – ma dal creditore, che sarà poi rimborsato a rate dall’acquirente/debitore, secondo il piano concordato.
In ogni caso, che il prestito sia personale o finalizzato, i requisiti per accedervi sono essenzialmente due: la maggiore età, purché non superi i 70 anni, e una situazione economica e finanziaria che dia garanzie di affidabilità, ovvero che lasci presumere che il richiedente non avrà problemi a restituire il prestito, considerati gli eventuali finanziamenti già in corso e gli altri impegni di spesa.
In tutti i casi, è bene valutare con attenzione i costi del prestito. Ma dove stanno scritti? Prima di tutto nel TAN, il Tasso Annuo Nominale, che indica il tasso di interesse in percentuale sul credito concesso e su base annua: esso non comprende però spese o commissioni e non indica il “costo totale del finanziamento”, che invece è espresso dal TAEG. Anche il Tasso Annuo Effettivo Globale è in percentuale sul credito concesso e su base annua, ma a differenza del TAN include tutti i costi ed è per questo più utile nella valutazione della convenienza di un finanziamento e nel confronto tra le varie offerte. Comprese quelle degli operatori stranieri, dal momento che si tratta di un indice armonizzato a livello europeo. Il TAEG deve essere sempre indicato nella documentazione informativa, nel contratto e nei messaggi pubblicitari, dove gli spetta la stessa evidenza di tutti gli altri costi e informazioni.
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