Università, quanto mi costi? Ecco il conto
10 set 2024 | 2 min di lettura | Pubblicato da Paolo F.
Formazione e costi
Nuovo anno accademico, stesse proteste. Con l’arrivo di settembre, gli studenti universitari italiani sono tornati a chiedere condizioni economiche e affitti più accessibili. Non ci sono più, come nel 2023, le tende, montate davanti agli atenei per evidenziare l’emergenza alloggi. Ma le manifestazioni continuano.
Quanto costa studiare?
L’esborso per uno studente può rappresentare un peso insostenibile per una famiglia. Secondo un rapporto pubblicato lo scorso anno da Udu e Federconsumatori, il conto medio per tasse universitarie, alloggio, pasti, trasporti, materiale didattico e digitale, cultura, attività sociali, ricreative, sport e salute è di 9.379 euro annui se in sede, 10.293 euro annui per i pendolari e di 17.498 euro per i fuorisede (con punte a 19.000 euro).
È evidente, in particolare, quanto sia complicato gestire il budget per un fuorisede, che spende praticamente il doppio rispetto a uno studente che frequenta l’università nella città d’origine. A far lievitare il conto è, chiaramente, l’affitto: ammonta, in media, a 5.220 euro annui, anche se con forti differenze tra Nord e Sud, oltre che tra città e città.
Il ruolo dei prestiti
Viste le cifre in ballo, non sorprende che la possibilità di permettersi di studiare (fuorisede ma non solo) passi da un finanziamento. Secondo un’analisi di Facile.it e Prestiti.it, nei primi 8 mesi del 2024 i prestiti personali erogati per far fronte ai costi della formazione sono stati pari a circa 220 milioni di euro.
Le richieste puntano a ottenere in media 6.685 euro, da restituire in 53 rate (cioè poco più di 4 anni). Una richiesta su tre è inferiore ai 3.000 euro: cifra contenuta, probabilmente perché si ricorre ai prestiti anche all’inizio del percorso scolastico (dal nido in poi) e non solo per l'università.
I prestiti per lo studio, spiega l'analisi, sono risultati essere una tipologia di finanziamento particolarmente richiesta dalle donne, cui si riferisce il 45% della domanda nei primi 8 mesi dell’anno. Si tratta ancora di una minoranza, è vero. Ma è molto meno spiccata rispetto a quella che si registra per i prestiti personali nel loro complesso. Arriva da donne, infatti, solo il 30% delle richieste totali.
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