Crediti deteriorati in aumento: è il caso di preoccuparsi?

Crediti deteriorati in aumento: è il caso di preoccuparsi?

La fotografia di Bakitalia

Pubblicato il 25 luglio 2024

L’aumento dei tassi ha reso i prestiti più cari. Il rallentamento del credito è stato forte, ma - secondo una relazione del governatore di Bankitalia Fabio Panetta – lo scenario non è poi così cupo. Nel corso dell’Assemblea Abi, infatti, Panetta ha evidenziato la capacità di tenuta dell’economia e delle famiglie, esortando le banche a sostenere la ripresa.  

I crediti deteriorati

È innegabile: i prestiti, in scia ai tassi di riferimento della Bce, hanno pesato sulle famiglie, tanto da far lievitare i cosiddetti crediti deteriorati. Si tratta, in sostanza, di prestiti che le banche pensano sia difficile riavere.   
Nel primo trimestre del 2024, ha spiegato Panetta, il flusso dei prestiti deteriorati è salito al 2,1% dei finanziamenti complessivi alle imprese, in aumento rispetto all’1,8% del trimestre precedente. Si stima che continuerà a “crescere moderatamente sia quest’anno sia il prossimo”. Vale anche per le famiglie, che però hanno una quota di crediti deteriorati più bassa, attorno all’1%. In sostanza: anche se i tassi sono in ribasso dallo scorso dicembre, il peso dei prestiti continuerà a farsi sentire. 

Niente panico

Allarme? No. È vero, come spiega il Governatore, che non è un dato da sottovalutare. Ma va ricordato che, nei momenti di profonda crisi economica, il picco dei crediti deteriorati aveva raggiunto il 10% per le imprese e superato il 3% per le famiglie. Panetta sottolinea invece un’anomalia: da una parte “la decelerazione del credito è di entità paragonabile a quella che caratterizzò gli episodi di crisi dello scorso quindicennio”. Ma dall’altra “gli effetti sull’economia reale sono stati assai meno gravi”. In altre parole: il calo dei prestiti erogati è dovuto solo in parte a delle difficoltà oggettive. Pesano molto i timori, sia di chi chiede un finanziamento sia di chi lo concede.    

Credito ed economia

Le condizioni di imprese, famiglie e banche – ha spiegato Panetta – sono “migliori” rispetto alle grandi crisi del passato. Non c’è stata una vera e propria recessione, ma un momento di stagnazione (resa più pesante dalla forte inflazione).  
Il tasso di occupazione, però, è alto. E la condizione delle famiglie è “solida”, anche grazie a un indebitamento (come da tradizione) basso.    

Il ruolo delle banche

E allora come si rilanciano credito e consumi? Le famiglie devono senza dubbio riprendere fiducia. Ma, nella sua relazione, Panetta si è rivolto soprattutto alla platea che aveva davanti a sé. Cioè alle banche.  Gli istituti “dovranno contemperare l’esigenza di contenere i rischi con quella di sostenere l’economia reale”. 

Servirà “un’attenta selezione dei debitori, un costante vaglio delle loro condizioni reddituali e finanziarie e un’efficace strategia di recupero in caso di insolvenza”. Ma, nelle conclusioni al suo intervento, le parole del Governatore sembrano un vero e proprio appello: “Le banche hanno ora il compito di accompagnare la ripresa della domanda, affiancando famiglie e imprese ed evitando che il credito possa costituire un freno ai consumi e agli investimenti”.
 

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Il profilo dell'autore

Paolo Fiore, giornalista professionista e leccese in trasferta: Bologna, Roma, New York, Milano. Dopo la Scuola di giornalismo Walter Tobagi, ha scritto per Affaritaliani, MF-Milano Finanza, l'Espresso, Startupitalia e Skytg24.it. Si occupa di economia e innovazione per Agi, FocuSicilia e collabora con il gruppo Rcs.

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