Prestiti, attenzione ai social
11 set 2020 | 3 min di lettura | Pubblicato da Maria P.
Giusto la settimana scorsa eravamo qui a parlarvi di agenti e mediatori creditizi e dell’organismo che vigila su di loro, l’Oam. Oggi ci riagganciamo all’argomento per ribadire che il sito dell’Organismo degli agenti in attività finanziaria e dei mediatori creditizi è la cartina stradale, insieme al sito web della Banca d’Italia, per individuare e scansare le trappole sulla via delle offerte di prestito. Ciò si rende nuovamente necessario dopo la notizia dell’ennesima truffa online. A farla emergere è stata la Guardia di Finanza, a seguito della querela di una vittima. Purtroppo, pare, non l’unica a rimanere impigliata fra le maglie di questa storiaccia. Cos’è successo? È stata attirata da un sedicente operatore finanziario con sede a Zurigo che pubblicizzava i suoi servizi attraverso un noto social network. Servizi che, a suo dire, consistevano nell’accesso a finanziamenti “in modo semplice e immediato e senza particolari forme di garanzia”.
Come funzionava la truffa? Dopo un primo contatto via e-mail, alla vittima veniva reso noto che la domanda di un finanziamento da 50.000 euro era stata accettata. Poi - però - per la concessione definitiva bisognava versare anticipatamente 1.266 euro “mediante bonifico bancario”, spiega la GdF, “su un conto corrente aperto presso una banca con sede nelle Isole Canarie”. Ricevuto il denaro, la sedicente azienda elvetica informava il richiedente di aver “ceduto la pratica” a una terza società con sede nella penisola iberica. La quale, dopo qualche giorno, chiedeva a sua volta denaro per erogare il finanziamento. Insomma, alla fine è emerso che dietro l’istituto iberico c’erano due soggetti residenti in Germania, collegati “a società di diritto elvetico e spagnolo gestori di plurimi siti internet, utilizzati sempre per la perpetrazione delle truffe mediante fittizi finanziamenti”. Un’attività non di poco conto: pensate che tra marzo e aprile del 2019 sono caduti nella rete 400 tra stranieri e italiani, “per un ammontare complessivo di 210.000 euro, a fronte di finanziamenti ‘promessi’, ma mai erogati, per milioni di euro”.
Può essere utile, a questo punto, riassumere in poche e semplici mosse come difendersi da una truffa online. Deve innanzitutto mettervi in guardia la proposta di un prestito che non si accompagni alla richiesta di tutti i documenti utili a dare un quadro della vostra situazione reddituale. Nessuno fa niente per niente: questa, soprattutto quando ci sono di mezzo i soldi, è la regola aurea. Pensateci: per quale ragione qualcuno dovrebbe essere disposto a darvi denaro senza prima capire quanto siete affidabili e qual è il vostro merito creditizio? Quindi, forse, è ad altro che punta: il famigerato anticipo, per esempio. L’italiano incerto in cui sono spesso formulate le proposte è un’altra spia. Guai poi, come abbiamo detto tante volte, a trasmettere i propri dati personali, inclusi codice fiscale e coordinate bancarie: si rischia di restare impigliati in uno spiacevole caso di furto d’identità, con tanto di frode creditizia. Per fugare ogni dubbio, basta un controllo negli elenchi dell’Oam (l’organismo che vigila su agenti e mediatori) e della Banca d’Italia (che vigila su banche e intermediari finanziari): solo un operatore regolarmente iscritto può concedere prestiti. E per farlo, non domanda mai anticipi.
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