Prestiti, a che punto è la moratoria
28 ago 2020 | 3 min di lettura | Pubblicato da Maria P.
Difficoltà a rimborsare le rate di mutui e prestiti? Una via d’uscita c’è, e si chiama moratoria. Essa consente ai debitori, a determinate condizioni, di sospendere per un certo periodo di tempo il versamento dell’intera rata o della sola quota capitale, per far sì che possano riprendere un po’ fiato. Tale strumento è stato proposto ancora in questi mesi, alla luce delle non poche difficoltà innescate dalla pandemia di Covid-19. A sei mesi circa dal varo dei relativi decreti, Crif fa il punto sui numeri. Evidenziando, lato consumatori, come la parte del leone l’abbiano svolta i mutui immobiliari. Con uno spazio non indifferente che comunque i prestiti personali e quelli finalizzati sono riusciti a ritagliarsi. Infatti, sul totale delle linee di credito per le quali i consumatori hanno chiesto la sospensione del rimborso delle rate, il 26,6% ha riguardato i prestiti personali, l’8,6% i prestiti finalizzati.
Complessivamente, la rata mensile sospesa nel corso di questi mesi si è attestata in media a 534 euro, mentre il debito residuo a carico delle famiglie in riferimento ai contratti su cui si è applicata la moratoria è stato pari a 61.708 euro. Nel dettaglio, per quanto riguarda i prestiti personali l’importo medio della rata sospesa è risultato pari a 336 euro, mentre per i prestiti finalizzati siamo sui 288 euro. Quanto all’importo medio residuo, nel primo caso siamo sui 19.309 euro, nel secondo sui 9.075. E veniamo all’applicazione della moratoria alle famiglie nelle diverse regioni: al primo posto abbiamo la Lombardia; seguono Piemonte, Veneto ed Emilia Romagna; poi Lazio, Sicilia e Toscana. In merito invece alle fasce d’età, per il 62% delle moratorie la domanda è arrivata da quanti hanno tra i 44 e i 66 anni. L’ammontare della rata sospesa è risultato più alto per i senior: 783 euro è quanto hanno totalizzato gli over 67, contro i 348 euro degli under 25 e i 505 euro dei Millennials.
Attenzione. I beneficiari della moratoria, ricorda Antonio Deledda, direttore Credit Bureau Services di Crif, “non possono essere segnalati a sofferenza dal momento in cui il provvedimento è stato concesso”: questo perché la sospensione delle rate viene richiesta al fine di far fronte a una difficoltà temporanea, “dovuta agli effetti della pandemia”, e non per altre ragioni. A proposito di questo tema, e allargando il discorso alle imprese, sul suo sito Crif fa presente di essersi attivata “nei confronti di tutti gli istituti di credito” affinché segnalino correttamente, sul Sistema di informazioni creditizie da essa gestito, “le iniziative di sospensione del pagamento delle rate in recepimento del decreto legge ‘Cura Italia’ 17 marzo 2020, n. 18, del decreto legislativo n. 9 del 2/3/2020 e dell’ordinanza del Presidente del Consiglio n. 642 del 29/02/2020, nonché degli accordi siglati fra l’Abi e le associazioni d’impresa”. L’obiettivo è evitare che le sospensioni vengano segnalate come “eventi negativi di mancato pagamento”, essendo per l’appunto altro. Fermo restando che “l’attivazione delle sospensioni deve essere richiesta dall’interessato direttamente al singolo istituto di credito, in linea con quanto richiesto dai decreti sopra citati”.
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