Nove mesi di credito
30 dic 2022 | 3 min di lettura | Pubblicato da Maria P.
Dopo un primo semestre positivo, nel terzo trimestre dell’anno le erogazioni di credito al consumo hanno subito un rallentamento. Ma nel complesso – ci dice la 53esima edizione dell’Osservatorio sul Credito al Dettagliorealizzato da Assofin, Crif e Prometeia – nei primi nove mesi del 2022 il mercato del credito al consumo ha registrato ancora una crescita a doppia cifra sul fronte dei flussi finanziati rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con un +11,4%.
A fare da traino i prestiti personali e gli altri finanziamenti finalizzati, con l’acquisto di auto e moto che invece si conferma in calo.
Il 2022 del credito al consumo
I prestiti personali, la forma tecnica più penalizzata dalla crisi che ha fatto seguito alla pandemia di Covid-19, hanno archiviato i primi nove mesi del 2022 con un aumento del 24,8% dall’anno precedente, recuperando lo scarto, in termini di volumi erogati, rispetto al periodo precedente al Covid.
Bene anche i finanziamenti finalizzati all’acquisto di altri beni o servizi, che nei primi nove mesi dell’anno hanno totalizzato un balzo a doppia cifra battendo i volumi pre-crisi. I prestiti per l’acquisto di auto e moto hanno invece pagato il prezzo delle criticità del mercato automotive, seguendo la scia della crisi dei seminconduttori: un minimo di crescita si è vista solo nel terzo trimestre (+3,3%), grazie alla relativa maggior disponibilità di autoveicoli nuovi per l’attenuarsi appunto della crisi dei semiconduttori.
I finanziamenti contro cessione del quinto dello stipendio o della pensione hanno chiuso i primi nove mesi del 2022 con un aumento delle erogazioni del 7%, anche qui in recupero rispetto ai volumi pre-pandemici.
La rischiosità del credito alle famiglie
A settembre, in riferimento al totale dei prestiti alle famiglie, l’indicatore della rischiosità del credito si è stabilizzato sul livello più basso degli ultimi quattro anni. Ancora stabili sui livelli di marzo e giugno e prossimi all’1% i crediti scaduti o sconfinanti da più di 90 e 180 giorni (i cosiddetti “90 past due” e “180 past due”). Gli strumenti di sostegno del reddito e l’atteggiamento responsabile delle famiglie hanno fatto da supporto alla qualità del credito.
Quali prospettive per il 2023?
Nel 2023 la crescita del credito al consumo si preannuncia più debole per via del rallentamento dei consumi, in particolar modo quelli durevoli. In linea con le tendenze macroeconomiche, le previsioni dicono che le erogazioni di credito al consumo cresceranno a un ritmo più che dimezzato rispetto al 2022, malgrado il sostegno offerto dagli incentivi varati dal governo che sono ancora attivi.
Un grande tema resta quello dell’inflazione, che si ripercuote sul reddito reale delle famiglie riducendone il potere d’acquisto (e il margine di manovra per un eventuale ricorso al credito). A ciò si aggiunge il necessario aumento dei tassi d’interesse. “L’insieme di queste circostanze”, si legge nella nota di Crif, “richiede un supplemento di attenzione, in prospettiva, sul tema della qualità del credito”.
Nel 2023, infatti, i tassi di default sono previsti in peggioramento. “Ma pur prospettandosi uno scenario sfavorevole”, si legge ancora sulla nota, “si prevede che si manterranno su valori relativamente contenuti e comunque decisamente inferiori a quelli registrati in occasione di altri periodi negativi del recente passato, come quello successivo alla crisi dei debiti sovrani”.
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