Italiani non troppo accorti
28 lug 2023 | 3 min di lettura | Pubblicato da Maria P.
Come siamo messi noi italiani in quanto a conoscenze e competenze digitali? Sappiamo cosa ci aspetta quando firmiamo un contratto online? A partire dal 2017, la Banca d’Italia svolge con cadenza triennale un’indagine campionaria sull’alfabetizzazione finanziaria degli adulti in Italia e lo fa seguendo la metodologia armonizzata sviluppata dall’International network on financial education (la rete internazionale sull’educazione finanziaria) dell’Ocse.
L’indagine condotta nell’ambito dell’edizione 2023, svolta contemporaneamente in circa 30 Paesi, include domande che rilevano le competenze di finanza digitale degli intervistati
Finanza digitale: come siamo messi?
Le competenze di finanza digitale sono misurate da un indicatore complessivo che aggrega tre dimensioni: conoscenze, comportamenti e atteggiamenti in finanza digitale.
- Le domande sulle conoscenze rilevano se l’intervistato ha dimestichezza con la differenza fra criptoattività e denaro e con i contratti stipulati facendo ricorso alla firma digitale e se è consapevole che la diffusione online dei dati personali permette la stesura di profili che poi si possono utilizzare a fini commerciali.
- I comportamenti riguardano l’abitudine di modificare le password utilizzate per gestire la finanza personale e gli acquisti online, l’accortezza nella condivisione delle password per l’accesso a conti deposito e la propensione a verificare se i fornitori di servizi finanziari digitali sono sottoposti alla regolamentazione nazionale.
- I quesiti relativi agli atteggiamenti rilevano se l’intervistato è consapevole dei rischi che si corrono concludendo acquisti online da reti pubbliche wi-fi e se presta attenzione alla sicurezza dei siti web e ai termini e alle condizioni di vendita sottoscritti negli acquisti online.
Cosa è emerso dall’indagine?
Su una scala da 0 a 10, l’indicatore complessivo di finanza digitale è pari a 4,4. I punteggi variano in base ad alcune caratteristiche delle persone:
- sono maggiori tra chi è più istruito;
- sono più alti nelle regioni del Nord;
- sono più consistenti fra gli adulti tra i 35 e i 64 anni.
Emerge poi un divario di genere che penalizza le donne.
Conoscenze, comportamenti e atteggiamenti
Per quanto riguarda le conoscenze in finanza digitale, l’indicatore si posiziona all’1,2 su una scala che va da 0 a 3. Il 70% circa degli intervistati ritiene che le cripto-attività abbiano lo stesso corso legale del denaro, mentre il 63% pensa che i contratti conclusi tramite canali digitali non abbiano valore legale.
Non finisce qui. Metà degli intervistati non si rende conto del fatto che la diffusione online di informazioni personali rende possibile delineare preferenze e offerte commerciali del tutto in linea con il proprio profilo.
Riguardo ai comportamenti, l’indicatore si attesta a 2 su una scala che va da 0 a 4. Non proprio benissimo, diciamo. Il 30% degli intervistati, infatti, dichiara di condividere con amici la password del conto di deposito o di diffondere online informazioni sulla sua situazione finanziaria. Meno del 30% modifica le password con regolarità. Poco meno del 20%, infine, controlla se i fornitori di servizi finanziari acquistati online sono soggetti regolamentati.
L’indicatore sugli atteggiamenti in finanza digitale si colloca a 1,2 su una scala da 0 a 3. In questo caso, la ricerca evidenzia che solamente il 32% degli intervistati presta attenzione alla sicurezza dei siti internet prima di concludere transazioni e solo il 40% è consapevole che le reti pubbliche wi-fi non garantiscono la sicurezza negli acquisti. Per concludere, il 50% non presta attenzione alle condizioni contrattuali quando effettua acquisti online.
Come dire: ci sono ampi margini di miglioramento.
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