Identikit del debitore europeo
11 feb 2022 | 3 min di lettura | Pubblicato da Maria P.
Ha gli occhi blu, sai dirmi di più, recitava l’antico promo televisivo. Magari non è proprio così che funziona. Ma chi richiede un prestito oggi, in Italia e non solo, ha un profilo molto preciso. A tracciarlo, prendendo nota delle evidenze del suo database, è la fintech Younited in uno studio transnazionale condotto in Italia, Spagna, Germania, Francia e Portogallo in collaborazione con l’istituto di ricerca indipendente MixFactory.
Dice Stefano Piscitelli, managing director di Younited Italia: “I precedenti lockdown hanno avuto un forte impatto sulle spese, i risparmi e i progetti degli italiani. Considerando che nel 2021 i volumi di credito al consumo sono tornati ai livelli pre-crisi, è importante capire come gli italiani percepiscano il credito al consumo”.
Qual è il profilo di chi fa ricorso al credito?
Tra quanti hanno contratto un prestito con Younited nell’arco degli ultimi 12 mesi, si distingue come fascia d’età prevalente quella fra i 40 e i 60 anni: la sua quota ammonta a un 10% in più rispetto alla media della popolazione italiana che ha avuto accesso al credito nel medesimo periodo. Tre su quattro (75%) hanno una situazione professionale stabile, mentre il 60% degli interpellati convive con un partner.
Ma veniamo alla situazione creditizia. Sei su dieci– ovvero il 61% degli intervistati – hanno stipulato nella loro vita almeno tre prestiti e uno su tre ha superato quota cinque. Sembrano troppi? Niente in confronto agli altri mercati europei: in Germania, per esempio, il 46% degli intervistati ha ottenuto cinque o più prestiti; la Francia, dal canto suo, arriva al 51%.
La frequenza si colloca fra i due e i cinque anni, a seconda del tipo di obiettivo: progetti di vita e finanziamenti per liquidità sono quelli riconfermati più spesso in meno di tre anni.
Per cosa si va alla ricerca di un prestito?
Per comprare un’automobile, per finanziare lavori di ristrutturazione, per acquistare beni per la casa e per realizzare un progetto di vita: sono queste le principali ragioni che spingono a fare ricorso al credito al consumo. Basti pensare che costituiscono l’84% delle richieste di prestito.
Credito visto quindi come un mezzo per migliorare il comfort e la qualità della vita, a fronte di un ammontare richiesto che nell’83% dei casi va dai 3mila ai 20mila euro (e di un piano di rimborso che supera i tre mesi).
La maggioranza dei prestiti serve in ogni caso a finanziare un progetto, mentre soltanto il 5% degli intervistati ha chiesto un prestito per urgenti necessità di liquidità, quindi per far fronte agli imprevisti della vita. Dal perimetro della ricerca emerge anche un 29% di intervistati che utilizza il credito al consumo per consolidare i propri debiti.
In base a quali criteri si sceglie il creditore?
Per finanziare progetti superiori ai 30mila euro, gli italiani tendono a rivolgersi a una banca tradizionale, mentre si affidano agli istituti di credito per progetti più modesti.
In ogni caso, la selezione si basa su tre criteri:
- costo complessivo (39%);
- chiarezza dell’offerta(27%);
- tempo di risposta (27%).
A proposito di costi: i consumatori italiani sanno che devono guardare soprattutto al Taeg. Ma c’è anche chi si basa sul tasso nominale,il quale, lo ricordiamo, non è rappresentativo del costo comprensivo del finanziamento.
Un mercato preso in pieno dalla rivoluzione digitale
“La nostra ricerca”, aggiunge poi Piscitelli, “mostra che i vincitori nel settore del credito al consumo saranno quelli in grado di combinare processi automatizzati con un approccio umano al cliente. Umano e digitale non sono in antitesi, ma si completano a vicenda per fornire un’esperienza al cliente veloce, efficiente, sicura e soprattutto utile”.
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