Finanziamenti green per la transizione energetica
19 feb 2021 | 3 min di lettura | Pubblicato da Maria P.
Lo ha portato a galla un’indagine commissionata da Facile.it agli istituti di ricerca MuP Research e Norstat.
Gli italiani si dicono molto attenti alle tematiche ambientali, tanto che a più del 50% di loro va a genio la creazione, con il varo del governo Draghi, del nuovo ministero dedicato alla Transizione energetica. Ma all’incirca 3 intervistati su 10,il 31,5%, per dirla in termini percentuali, ammette di non averne compreso la funzione.
Forse le idee si chiariranno col tempo, forse invece i dubbi resteranno. Ma partiamo dal primo dato: l’attenzione alle tematiche ambientali. Vuol dire quindi che gli italiani si sentono finalmente pronti per la loro personale transizione energetica? Se sì, come si può realizzare questa transizione?
Un prestito per la transizione energetica
Come abbiamo detto in altre occasioni, il vero green è sempre meno un’opzione e sempre più una questione di sopravvivenza sul nostro bel pianeta blu. Tanto che non molto tempo fa le Nazioni Unite hanno sentito il bisogno di fissare una serie di obiettivi per lo sviluppo sostenibile, che includono il ricorso a fonti energetiche meno impattanti sull’ambiente.
Obiettivi il cui raggiungimento passa anche attraverso l’incentivazione dei finanziamenti green, ai quali ciascuno di noi può ricorrere, per esempio, per rendere meno energivora la propria abitazione: acquistando una caldaia di ultima generazione, per dirne una, e abbinandola magari a infissi nuovi.
Insomma, ristrutturare la propria casa per renderla più efficiente dal punto di vista energetico si può, e in tanti modi. E, se la situazione lo consente, lo si può fare con l’aiuto di un prestito. Già, ma quale?
Finanziamenti green, cosa c’è da sapere
Sul mercato esistono appositi finanziamenti green, che si possono richiedere agli stessi operatori ai quali ciascuno di noi può domandare un qualunque altro prestito: banche e società finanziarie autorizzate.
Come scegliere il finanziamento più adatto? Una volta che il consumatore ha spiegato bene di che cosa ha bisogno – un finanziamento per la riqualificazione energetica della propria abitazione, per l’acquisto di una nuova caldaia, per la sostituzione degli infissi vecchi, eccetera – sta al creditore dargli ogni informazione utile a valutare l’offerta e a confrontarla con le altre sul mercato.
In particolare, deve consegnargli a titolo gratuito il modulo Secci, naturalmente prima della firma del contratto. Il modulo Secci – sigla che sta per Standard european consumer credit information – deve riportare, fra le altre cose:
- le caratteristiche salienti del finanziamento, per esempio tipo di contratto, cifra, durata, rate, garanzie e via dicendo;
- le informazioni sui costi, con tanto di esempio rappresentativo;
- gli altri punti di interesse legale, per esempio diritto di recesso, rimborso anticipato, conseguenze a fronte del caso di mancato pagamento di una o più rate, eccetera;
In ogni caso, prima di concludere il contratto e per tutto il tempo in cui ci è dato di esercitare il diritto di recesso, il finanziatore è tenuto a fornirci gratis tutti i chiarimenti di cui abbiamo bisogno a proposito delle caratteristiche, delle condizioni, degli obblighi e delle implicazioni del finanziamento che stiamo per sottoscrivere (o che abbiamo appena sottoscritto).
E noi, quali documenti dobbiamo presentare?
Banche e finanziarie in genere erogano finanziamenti a chi, avendo già raggiunto la maggiore età, ha comunque meno di 70 anni.
In ogni caso, il richiedente deve presentare tutta la documentazione a riprova della sua capacità di rimborso. In particolare, per l’avvio della pratica occorrono:
- il documento di identità;
- il codice fiscale;
- la documentazione reddituale (busta paga, dichiarazione dei redditi, cedolino della pensione o certificazione Inps);
- finanziamenti in corso.
Società bancarie e finanziarie possono chiedere la garanzia di una terza persona disposta a farsi carico del debito in caso di inadempienza da parte del debitore.
Possono anche proporre al richiedente di siglare una polizza a copertura del rischio che, in un giorno più o meno lontano, non riesca più a rimborsare il prestito, ma è bene ricordare che solo in alcuni casi queste polizze sono obbligatorie.
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