Debiti, il rapporto Eba
28 apr 2023 | 3 min di lettura | Pubblicato da Maria P.
L’indebitamento visto attraverso la lente dell’Europa. È recentemente uscita la nuova edizione del Consumer Trends Report 2022/23 dell’Eba, la European banking authority (l’Autorità bancaria europea). Ebbene, le autorità nazionali competenti e gli altri stakeholder, ci dice il Rapporto, hanno segnalato il sovraindebitamento e gli arretrati come secondo grande tema di attualità.
Ciò, spiega sempre il Rapporto, è in parte dovuto al cambiamento del contesto economico, con l’inflazione in aumento (rallenta il ritmo di crescita del dato generale, ma quello di fondo, più significativo, si sta rivelando bello tosto) e le banche centrali di tutta Europa che stanno ritoccando al rialzo i tassi d’interesse verso livelli precedenti la crisi finanziaria globale del 2007/2008.
La conseguenza? Costi più alti per i prestiti ai consumatori e un rialzo del costo della vita in generale.
I costi di mutui e credito al consumo sono saliti
Le prospettive economiche hanno avuto un impatto sui costi di alcuni prodotti bancari al dettaglio, come i mutui e il credito al consumo. Ma, paradossalmente, diverse autorità nazionali hanno sottolineato che, proprio a causa del carovita, i consumatori tendono a sottoscrivere tutta una serie di prodotti di credito diversi che, nel complesso, possono portare a difficoltà di rimborso e/o a un eccessivo indebitamento, oltre che a un aumento degli arretrati.
Cosa c’è dietro i nuovi rischi di sovraindebitamento?
Innanzitutto, secondo il Rapporto è emerso che diverse istituzioni finanziarie applicano procedure di valutazione del merito creditizio inadeguate, e questo può accrescere il rischio di sovraindebitamento. È chiaro, infatti, che una valutazione inadeguata del merito creditizio fa lievitare in modo significativo il rischio per i consumatori di incappare in successive difficoltà di rimborso.
Un’autorità ha addirittura fatto notare che la scarsa qualità della procedura dipende in alcuni casi dall’incapacità degli istituti finanziari di reperire informazioni sui richiedenti il prestito. E ancor peggio va quando i crediti sono di importo modesto. Gli anziani sono tra i più vulnerabili.
Ma spesso è il consumatore il peggior giudice di se stesso
A una valutazione qualitativamente discutibile da parte di chi è chiamato a erogare il credito fa eco una valutazione non migliore dei richiedenti. In concomitanza con l’aumento del bisogno di credito, infatti, i consumatori tendono a non rendersi conto dell’accumulo di debiti e dei tassi d’interesse applicati dagli istituti per gli scoperti o il revolving.
Rischiano, tra l’altro, di cadere in una spirale di indebitamento sulla scia di prodotti creditizi a breve termine – molti dei quali non rientrano nell’ambito di applicazione della direttiva sul credito al consumo – il che aumenta la probabilità di inadempienza e riduce la possibilità di ottenere credito (e di ottenerlo a un prezzo ragionevole) in futuro.
E arriviamo così alla maggiore accessibilità alle linee di credito attraverso i canali digitali.
La maggior accessibilità al credito via digital può creare problemi
Può infatti indurre gli utenti a stipulare contratti creditizi senza essere del tutto consapevoli delle caratteristiche del prodotto e dei rischi che ne derivano.
E proprio perché il balzo dell’utilizzo dei canali digitali va di pari passo con lo sviluppo di nuovi modelli commerciali e pratiche di concessione del credito (Buy Now Pay Later, finanziamenti peer-to-peer e via dicendo), che potrebbero non rientrare nelle norme vigenti sul credito al consumo, sorge il rischio che i consumatori contraggano obbligazioni finanziarie senza un’adeguata e approfondita valutazione preliminare del loro merito creditizio.
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