Credito specializzato: i numeri
25 ago 2023 | 3 min di lettura | Pubblicato da Maria P.
Factoring, leasing e credito alle famiglie: siamo ormai alla 16esima edizione dell’elaborazione annuale dei dati aggregati relativi al credito specializzato, realizzata da Assifact, Assilea e Assofin, le associazioni di categoria alle quali aderiscono appunto le banche e gli intermediari finanziari attivi in queste specifiche forme di credito.
Quel che emerge è che nel 2022, malgrado le tensioni geopolitiche e macroeconomiche, in Italia si è registrato un incremento significativo del Prodotto interno lordo, pari al +3,7%. Un dato di tutto rispetto, per quanto più basso rispetto a quello che si è avuto l’anno prima.
All’interno di uno scenario di questo tipo, tutt’altro che negativo come invece si poteva temere, l’attività delle associate ad Assifact, Assilea e Assofin ha raggiunto i 405,5 miliardi di euro in termini di volume. Un ammontare pari al 21,2% del Prodotto interno lordo, a fronte del 20,6% del 2021.
Il credito specializzato procede a diverse velocità
In sostanziale tenuta la nuova produzione, con dinamiche dei singoli comparti che però sono state molto disomogenee, ancora una volta nel quadro di uno scenario che, se è vero che non è stato negativo come si temeva, è comunque stato di grande incertezza.
Nei primi tre mesi del 2023, l’evoluzione complessiva risulta ancora in crescita (+2,5% nel confronto con lo stesso periodo del 2022), sebbene in rallentamento rispetto a quella registrata a fine 2022.
Al di là delle forme tecniche del leasing (trainato dal comparto auto) e del factoring, le erogazioni di credito alle famiglie appaiono nel complesso in calo, in scia alla contrazione delle erogazioni di mutui immobiliari, sui quali pesa l’incremento dei tassi di interesse per opera delle banche centrali, a seguito del varo di politiche monetarie più restrittive in ottica di contrasto al rialzo dei prezzi (la famigerata inflazione).
Ancora una modesta crescita per il credito al consumo, grazie ai finanziamenti finalizzati, in particolare quelli per auto e moto e per i beni per l’efficientamento energetico delle abitazioni.
Credito specializzato importante per le spese familiari
Con riferimento alle varie categorie di intermediari che operano nei diversi comparti, il rapporto rileva come il 66% dei flussi totali di credito provenga dagli operatori specializzati e il 34% dalle banche generaliste. Nonostante ciò, sono proprio le banche generaliste a detenere la quota più consistente di stock: siamo infatti al 63,9%, in lieve aumento rispetto all’anno precedente.
Lo stock del credito specializzato a fine 2022 rappresenta il 27,6% degli impieghi totali di banche e intermediari finanziari, anche questa una quota significativa e per giunta in rialzo rispetto all’anno precedente.
Le forme di credito specializzato si confermano molto importanti non solo per le aziende ma anche per le famiglie. Attraverso queste modalità, infatti, è stato possibile finanziare il 7,6% degli investimenti delle imprese e della spesa delle famiglie, percentuali che mostrano solo una leggera contrazione nel confronto con l’anno precedente.
Con riferimento alle famiglie, poi, questa variazione trova una spiegazione: si è fatto ricorso infatti ai risparmi accumulati per finanziare i consumi.
Un ruolo importante nel quadro dell’economia del Paese
Il credito specializzato, quindi, conferma il suo ruolo di particolare importanza nel quadro dell’economia del Paese, “assicurando, attraverso i diversi comparti che lo compongono, strumenti flessibili a supporto delle esigenze finanziarie di imprese e famiglie”, come sottolinea la nota stampa diffusa dalle tre associazioni.
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