Credito, cosa dice Bankitalia?
15 apr 2022 | 4 min di lettura | Pubblicato da Maria P.
Credito e non solo. Vi ricordate quando, qualche settimana fa, vi abbiamo parlato del bollettino economico della Banca d’Italia? Era appena uscito il primo numero dell’anno di questa pubblicazione trimestrale curata dall’autorità che vigila sul settore bancario e creditizio.
Torniamo sul tema perché sono già trascorsi tre mesi da allora. D’altro canto, è noto che il tempo vola. L’8 aprile, dunque, la Banca d’Italia ha pubblicato il suo secondo bollettino economico dell’anno. Come vi abbiamo spiegato già la volta scorsa, il bollettino prende in esame l’economia italiana nel contesto globale: quindi ciclo internazionale, focus sull’area dell’euro, ma anche mercati finanziari internazionali e, con riferimento al nostro Paese, un approfondimento sui segnali che arrivano da imprese e famiglie.
Concentriamoci proprio su queste ultime: come se la stanno passando le famiglie italiane e cosa ci dicono, in particolare, le loro scelte di consumo e il modo in cui stanno gestendo i loro debiti?
I 3 fattori che pesano sulle scelte di consumo
“Dopo aver ristagnato alla fine dello scorso anno, i consumi sarebbero diminuiti nei primi mesi del 2022”, si legge nel bollettino. Come mai? Tre i fattori che avrebbero contribuito:
- cautela nelle decisioni di spesa associata al deterioramento delle condizioni sanitarie;
- perdita di potere d’acquisto ascrivibile agli ulteriori aumenti dei prezzi, dunque all’inflazione;
- peggioramento delle attese sulla situazione economica generale e personale.
Al contempo, “si è interrotta la discesa della propensione al risparmio”.
Consumi stazionari nell’ultimo trimestre 2021
Una situazione, questa, che si delinea dopo che, nel quarto trimestre del 2021, la crescita della spesa delle famiglie aveva già subito una frenata, legata in particolare al calo degli acquisti di beni durevoli e di servizi.
“I consumi totali di beni si sono mantenuti appena al di sopra dei livelli pre-pandemici (0,7%), mentre per i servizi il divario negativo si è ampliato, al -7,4%”.
Nel medesimo periodo, il reddito disponibile delle famiglie in termini reali è salito di poco sui tre mesi precedenti. “Ne è derivata”, prosegue Bankitalia, “una leggera risalita della propensione al risparmio, all’11,3%, che si conferma al di sopra dei valori antecedenti l’emergenza sanitaria”.
Come sono andati nei primi mesi del 2022?
All’inizio dell’anno, la spesa avrebbe quindi continuato a indebolirsi, come si nota dall’indicatore sui consumi elaborato da Confcommercio e dai dati ad alta frequenza su prelievi e pagamenti elettronici. Pesa la marcata contrazione della spesa per servizi, “plausibilmente associata al riacutizzarsi della pandemia”.
Le famiglie italiane spendono meno e rimandano gli acquisti importanti? Può darsi. Una tipica cartina di tornasole è il numero di autovetture immatricolate: è sceso di nuovo nel primo trimestre, “proseguendo la tendenza in atto dall’autunno del 2020”.
Ciliegina su una torta non troppo gustosa (anzi), il clima di fiducia dei consumatori che a marzo “è fortemente peggiorato, riflettendo il deciso deterioramento delle attese sulla situazione economica generale e personale”.
Non solo pandemia: inflazione e rincari energetici
E non c’è appunto solo la situazione pandemica a pendere sui portafogli come una spada di Damocle. C’è anche lo scenario internazionale, che sta alimentando rialzi record dei prezzi. E tra i beni nel paniere della spesa familiare, a incidere di più sono ovviamente quelli energetici: quindi carburante e bollette di luce e gas.
Debito delle famiglie: ancora stabile a fine 2021
Secondo dati provvisori, ci dice il bollettino economico della Banca d’Italia, nel quarto trimestre del 2021 il debito delle famiglie in rapporto al reddito disponibile “si è mantenuto stabile, al 64,6%, ancora ben al di sotto della media dell’area Euro, che si posiziona al 98,1%.
L’incidenza degli oneri sostenuti per il servizio del debito – vale a dire spesa per interessi e restituzione del capitale – ha subito un lieve rialzo in confronto al trimestre precedente, al 10,3%. Infine, in rapporto al Prodotto interno lordo, il debito delle famiglie si è confermato su livelli analoghi, al 43,6%, a fronte del 60,1% dell’area euro.
Resta ora da vedere cosa ci riveleranno in proposito i prossimi aggiornamenti, sui quali si rifletterà il complicato scenario internazionale che è andato delineandosi da inizio anno. Ci torneremo.
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