Cosa dice la Mappa del Credito?
24 set 2021 | 4 min di lettura | Pubblicato da Maria P.
Vi sarà forse capitato, in questi giorni, di scorgere su giornali e siti web nuove classifiche sui numeri del credito in questa o quella regione d’Italia.
Perché ogni tanto ci si imbatte in queste classifiche? Perché a cadenza periodica Mister Credit, l’area di Crif dedicata allo sviluppo di soluzioni e strumenti educational per i consumatori, ci fa un aggiornamento sul mercato. E di recente ha presentato l’aggiornamento sul primo semestre 2021 della Mappa del Credito, ovvero dell’indagine sull’uso del credito rateale da parte degli italiani.
Cosa emerge dalla Mappa del Credito?
Si parte dai dati disponibili in Eurisc, il sistema di informazioni creditizie gestito da Crif. Analizzando i numeri, vien fuori che “il 42,7% della popolazione maggiorenne risulta avere almeno un contratto di credito rateale attivo”: 42,7% vuol dire un +3,6% rispetto a un anno fa.
Questo fondamentalmente perché “nella prima parte dell’anno si è assistito a una ripresa dei consumi che ha dato impulso alla crescente richiesta ed erogazione in particolare di prestiti finalizzati”.
Quindi è stato il prestito finalizzato – quello, cioè, che viene erogato in concomitanza con una specifica operazione d’acquisto e che solo per quella può essere utilizzato – a fare da traino. Non solo: il credito ha anche beneficiato di un costo del denaro ai minimi e di condizioni di offerta ancora favorevoli.
C’è poi da dire che, anche grazie agli interventi di sostegno al reddito e alle moratorie, attivate sul 2,6% dei contratti rateali, la sostenibilità del debito si è confermata alta: a marzo 2021, il tasso di default per il credito al dettaglio era pari all’1,2%, ai minimi degli ultimi anni.
A quanto ammontano rata e debito residuo?
La rata media rimborsata ogni mese è risultata pari a 320 euro, ci dice la Mappa di Mister Credit: in calo di un -3,9% rispetto a un anno fa e dai 362 euro del 2016.
Dal canto suo, l’esposizione residua, intesa come somma degli importi che ognuno deve ancora restituire per estinguere il debito, è in media di 32.264 euro: “sostanzialmente stabile rispetto alla precedente rilevazione, ma in netto calo rispetto agli anni precedenti”, secondo il comunicato stampa che sintetizza i risultati dell’indagine.
I due indicatori appaiono in calo per l’azione di tre fattori:
- riduzione dei tassi;
- tendenza degli italiani a preferire piani di rimborso più lunghi;
- minor incidenza dei contratti di mutuo nel portafoglio delle famiglie, con una quota del 21,2% sul totale dei finanziamenti attivi.
I più diffusi? Sono i prestiti finalizzati
Nel complesso, i prestiti finalizzati all’acquisto di beni e servizi rappresentano la forma tecnica più diffusa nei nostri portafogli: la loro quota sul totale è pari del 50,4%. E il loro peso è aumentato “sotto la spinta dell’evoluzione degli stili di consumo delle famiglie, favorita anche da agevolazioni e condizioni di offerta appetibili”.
E i prestiti personali? Questi finanziamenti, che al contrario dei prestiti finalizzati non hanno un vincolo di destinazione, coprono una quota del totale pari al 28,4%, che risulta in flessione nel confronto con il passato.
“In questa fase ancora condizionata dall’evoluzione della pandemia”, sottolinea il comunicato stampa che sintetizza lo studio, “la domanda per questa tipologia di finanziamenti è stata particolarmente debole, mentre l’offerta ha adottato criteri di accettazione più selettivi rispetto al passato”.
Qual è la regione con più prestiti in corso?
La regione che presenta la quota più alta di popolazione maggiorenne con almeno un rapporto di credito attivo è la Toscana, che mostra un 48% sul totale, seguita da Lazio (46,5%), Valle d’Aosta (46,1%), Piemonte (45,9%) e Friuli-Venezia Giulia (45,8%).
Le quote più basse si sono riscontrate invece in Trentino-Alto Adige (24,5%, praticamente la metà della Toscana), Basilicata (33,7%) e Campania (36,2%).
E la regione con l’importo rateale più alto?
Qui la classifica si capovolge, possiamo quasi dire: al top troviamo infatti proprio il Trentino-Alto Adige, con 392 euro, seguito da Lombardia (364 euro), Veneto (359 euro), Emilia-Romagna (347 euro) e Toscana (336 euro).
Sull’altro versante della graduatoria ci sono Sud e Isole, dove le regioni tendono a presentare rate mensili più leggere: Calabria (267 euro), Sardegna (271 euro) e Molise (278 euro).
Come ci hanno fatto notare altri studi in passato, ciò si deve a “una maggiore incidenza dei prestiti finalizzati, che hanno un importo più contenuto, a scapito dei mutui”.
L’esposizione residua area per area
Quanto all’esposizione residua, in vetta c’è la Lombardia con 40.587 euro, in aumento rispetto ai 38.436 euro del 2020: la regione segna così il sorpasso sul Trentino-Alto Adige, dove il valore medio cala invece a 40.085 euro. A seguire, Emilia-Romagna, Veneto e Toscana.
Al polo opposto c’è la Calabria, che presenta un debito residuo pari quasi alla metà di quello lombardi. Sotto i 25mila euro anche Basilicata, Sicilia, Sardegna e Molise.
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