Consumi, credito, famiglie
27 gen 2023 | 3 min di lettura | Pubblicato da Maria P.
Come sono messe le famiglie italiane? La loro spesa è aumentata di nuovo “in misura significativa” nel terzo trimestre del 2022, ma si sarebbe poi indebolita nella parte finale dell’anno, “nonostante gli interventi governativi adottati per calmierare i prezzi dei beni energetici e per sostenere il reddito disponibile, soprattutto dei nuclei meno abbienti”.
Per contro, la propensione al risparmio ha continuato a diminuire, “riportandosi sui livelli antecedenti l’emergenza sanitaria”. Questo è quanto riepiloga il primo bollettino economico del 2023 della Banca d’Italia.
Il bollettino dell’autorità è una densa pubblicazione che esce a cadenza trimestrale e fornisce informazioni circa l’andamento dell’economia italiana, “inquadrandolo”, spiega Bankitalia sul suo sito web, “nel più generale contesto economico internazionale e dell’area dell’euro”.
Sotto la lente i suoi aspetti più rilevanti: economia reale, conti pubblici, attività delle banche, mercati finanziari. Tra le pagine, brevi riquadri si occupano di approfondire alcuni specifici argomenti. I numeri di gennaio e di luglio includono le previsioni della Banca d’Italia sull’andamento dell’economia italiana nel medio termine.
Ma torniamo a noi: cosa ci dice sui consumi e il credito il primo bollettino dell’anno di Bankitalia?
Nel terzo trimestre 2023 è proseguita l’espansione dei consumi
Ci dice appunto che “nel trimestre estivo la spesa delle famiglie è cresciuta in misura sostenuta, sospinta da tutte le componenti, tranne i beni non durevoli. Il reddito disponibile delle famiglie in termini reali è aumentato lievemente sui tre mesi precedenti, anche grazie al sostegno derivante dagli interventi governativi”.
È scesa la propensione al risparmio, al 7,1%, tornando così sui valori osservati prima della crisi sanitaria. Il complesso delle misure disposte dal governo per mitigare i prezzi dei beni energetici e per sostenere il reddito disponibile, sottolinea il bollettino Bankitalia, “ha attenuato l’impatto dello shock inflazionistico sul potere d’acquisto delle famiglie nel 2022 e ha fortemente mitigato l’aumento della diseguaglianza nei redditi”.
Indebolimento dei consumi nel quarto trimestre dell’anno
Ma nonostante il prolungamento delle misure governative, la spesa avrebbe subito un rallentamento sul finire dell’anno, in linea con il calo, per quanto modesto, dell’indicatore dei consumi di Confcommercio nella media di ottobre e novembre.
Un andamento ondivago, comunque: il clima di fiducia dei consumatori è infatti risalito alla fine del 2022, “trainato da un miglioramento dei giudizi e delle attese sulla situazione economica generale, tra cui quelle sulla disoccupazione”. Attenzione, però: l’indicatore complessivo rimane su livelli più bassi rispetto a quelli che hanno preceduto la pandemia.
In leggera salita il peso degli oneri legati al servizio del debito
E veniamo al tema debito. Se da una parte nel terzo trimestre il debito delle famiglie italiane in rapporto al reddito disponibile ha registrato una flessione in confronto al periodo precedente – al 63,5% – ha riportato un lieve incremento l’incidenza degli oneri sostenuti per il servizio del debito. Vale a dire, la spesa per gli interessi e la restituzione del capitale.
Il debito delle famiglie si è ridotto anche in rapporto al Prodotto interno lordo, anche se in misura lieve, attestandosi al 42,6%. E ha confermato quanto le nostre famiglie siano virtuose: basti pensare che lo stesso rapporto nell’area dell’euro si posiziona al 58,2%.
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