Com’è andato il 2020 per i prestiti?
12 mar 2021 | 3 min di lettura | Pubblicato da Maria P.
Qual è stato l’atteggiamento delle famiglie italiane nei confronti del debito in questo anno di Covid-19?
Una risposta a questa domanda si può trovare nello studio di Mister Credit, l’area di Crif specializzata in soluzioni e strumenti educational per i consumatori.
In sostanza, ci dice lo studio, “la pandemia ha confermato l’atteggiamento tradizionalmente prudente delle famiglie italiane sul fronte dell’indebitamento per finanziare consumi o investimenti sulla casa”.
Nel 2020 è un po’ salito il numero di quanti, in Italia, hanno in corso un mutuo o un prestito: il 3,7% in più rispetto al 2019, che porta la quota sul totale della popolazione maggiorenne al 42,2%.
Sono calati, in compenso,sia l’ammontare della rata rimborsata mensilmente pro-capite (con un -3,8% sul 2019, a 324 euro) sia l’esposizione residua, giù dell’1,2% rispetto al 2019, a 32.231 euro.
Un’esposizione residua che in un Paese come il nostro si deve soprattutto ai mutui ipotecari, la cui incidenza sui bilanci familiari continua a essere rilevante.
Come è cambiato il ricorso al credito?
Negli ultimi cinque anni, offerte e tassi più vantaggiosi hanno fatto crescere il numero di italiani con almeno un finanziamento attivo.
E – buona notizia – è migliorata la sostenibilità degli impegni assunti: prove ne sono la rata media rimborsata mensilmente in costante flessione, l’esposizione residua per estinguere i finanziamenti in corso e il tasso di default, il quale, dopo essere sceso nell’arco dei cinque anni osservati, ha mostrato un’inversione di tendenza solamente nell’ultima rilevazione trimestrale del 2020, quando, ci dice Mister Credit, “è risalito all’1,9% pur restando prossimo ai minimi storici”.
Negli ultimi cinque anni è mutata pure la composizione degli impegni delle famiglie. In particolare:
- la quota di mutui immobiliari è scesa;
- giù anche l’incidenza dei prestiti personali;
- su, invece, il peso dei prestiti finalizzati, utilizzati per comprare, fra le altre cose, auto, moto, arredamento, elettronica ed elettrodomestici, impianti “green” e per l’efficientamento energetico della casa.
Ecco, quindi, che nel 2020 i prestiti finalizzati sono arrivati a costituire il 47,8% del totale, con un +3,4% rispetto all’anno precedente.
Meno incisivi i prestiti personali, il cui peso è sceso del 5,1%, facendo attestare la loro quota al 31,2%.
Rate medie a confronto: dove si spende di più?
La rata media più alta si riscontra in Trentino-Alto Adige (429 euro), Lombardia (366 euro) e Veneto (366 euro). A seguire Emilia-Romagna (348 euro) e Toscana (338 euro).
La più bassa si registra invece in Calabria (269 euro), Sardegna (273 euro) e Molise (280 euro). In ogni caso, nel 2020 “la rata media rimborsata ogni mese è risultata in calo rispetto all’anno precedente in tutte le regioni del Paese”.
La classifica delle province ricalca quella delle regioni: primo posto per ammontare della rata media a Bolzano, con i suoi 517 euro, mentre l’importo più leggero si segnala nelle province di Reggio Calabria e Sud Sardegna con, rispettivamente, 252 e 257 euro.
Esposizione residua: Trentino-Alto Adige e Lombardia in testa
Trentino-Alto Adige e Lombardia al primo posto anche per esposizione residua, ovvero per importo del debito ancora da restituire: 44.160 pro-capite la prima, 40.255 la seconda.
All’opposto la Calabria, con 21.041 euro.
In ogni caso, rispetto all’anno precedente il debito residuo è cresciuto solo in Trentino-Alto Adige (+2,2%) e Veneto (+0,1%).
La classifica per province vede al primo posto Bolzano, seguita da Milano e Roma. Nel Sud e nelle Isole, invece, le cifre più basse.
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