Case, più green per tutti
17 mar 2023 | 3 min di lettura | Pubblicato da Maria P.
Case più green. Ce lo chiede l’Europa. Secondo la Commissione Ue, gli edifici dell’Unione europea sono responsabili del 40% del consumo energetico e del 36% delle emissioni di gas serra. Così, il 15 dicembre 2021 la Commissione ha approvato una proposta legislativa di revisione della direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia, che fa parte del pacchetto “Pronti per il 55%”.
Con la nuova normativa europea sul clima del luglio 2021, entrambi gli obiettivi per il 2030 e il 2050 sono diventati vincolanti a livello europeo. E poi? Poi è entrato in gioco il Parlamento Ue.
Meno consumi ed emissioni: la proposta di Strasburgo
Martedì 14 marzo il Parlamento europeo ha approvato il mandato negoziale su una proposta di legge per aumentare il tasso di ristrutturazioni e ridurre consumo energetico ed emissioni nel settore edilizio.
“L’obiettivo della proposta di revisione della direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia”, si legge nel comunicato stampa, “è una sostanziale riduzione delle emissioni di gas a effetto serra e del consumo energetico nel settore entro il 2030, al fine di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050”.
Non solo. “Ristrutturare un più ampio numero di edifici inefficienti sotto il profilo energetico e migliorare la condivisione delle informazioni sul rendimento energetico sono altri obiettivi della proposta”. Idealmente, tutti i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2028 (2026 per i nuovi edifici occupati, gestiti o di proprietà delle autorità pubbliche).
Classi di prestazione energetica: gli obiettivi europei
Secondo il Parlamento europeo, gli edifici residenziali dovranno raggiungere almeno la classe di prestazione energetica E entro il 2030 e D entro il 2033. Sono comunque previste alcune deroghe: “edifici protetti in virtù del loro particolare valore architettonico o storico, edifici tecnici, quelli utilizzati temporaneamente, chiese e luoghi di culto” ed eventualmente anche gli “edifici dell’edilizia sociale pubblica in cui le ristrutturazioni comporterebbero aumenti degli affitti non compensati da maggiori risparmi sulle bollette energetiche”.
Dovranno ora prendere il via i negoziati con i governi dell’Unione europea, onde concordare la forma definitiva della normativa. Ma gli italiani sono pronti a fare il salto verso il futuro?
Case più green: come intendono comportarsi gli italiani?
Secondo l’indagine commissionata da Facile.it agli istituti mUp Research e Norstat, più di un italiano su due ignora la classe energetica di casa sua e circa 1,2 milioni di persone non sanno nemmeno cosa questo significhi.
E a proposito della direttiva? Secondo l’indagine, solo un rispondente su cinque ha detto di essere disposto ad adeguarsi, mentre quasi 15 milioni di individui hanno detto che lo faranno solo se saranno previsti aiuti economici da parte dello Stato. Quasi 2 milioni di italiani si adegueranno – hanno detto – soltanto se stanati dopo un controllo, mentre quasi un milione di proprietari ha detto che, pur di evitare la spesa, è disposto a vendere casa e ad andare a vivere in affitto.
Ristrutturare casa: perché non chiedere un prestito?
Qualsiasi persona può richiedere un finanziamento: per ottenerlo, bisogna dimostrare di essere in grado di rimborsarlo nei tempi stabiliti, e con gli interessi. Ciò premesso, ricordiamo che, volendo (e potendo), una via per adeguare la propria casa non solo alle richieste europee ma anche e soprattutto alle esigenze di sostenibilità ambientale e climatica oramai ineludibili c’è. È il prestito per la ristrutturazione della casa.
Questo tipo di prestito consente di ricevere cifre fino a 60mila euro, che possono coprire sia gli interventi effettuati da professionisti sia i lavori “fai-da-te”. Una soluzione da valutare con cautela ma anche con attenzione, senza per forza chiuderci a riccio di fronte alle tante novità di questo importante momento storico che stiamo attraversando.
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