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Abi: prestiti in calo

6 ott 2023 | 3 min di lettura | Pubblicato da Maria P.

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Prestiti:come siamo messi? L’Associazione bancaria italiana, che riunisce banche e intermediari finanziari, ha effettuato un approfondimento basato sui dati pubblicati dalla Banca d’Italia. Secondo tale approfondimento, a giugno di quest’anno nel nostro Paese i prestiti hanno riportato un calo annuo pari al -2,4%, con “significative differenze” a livello territoriale.

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In particolare:

  • al Sud sono cresciuti dello 0,5%;
  • nelle Isole si è confermato lo stesso valore dell’anno passato;
  • per chiudere il cerchio, sono risultati in flessione il Nord-Ovest (-1,3%), il Nord-Est (-2,2%) e soprattutto il Centro Italia (-5%).

L’andamento dei prestiti regione per regione

A livello regionale, in modo particolare, i finanziamenti sono aumentati a giugno di quest’anno rispetto allo stesso mese del 2022 in Molise (+1,4%), in Campania (+1,1%), in Puglia (+0,4%), in Sardegna (+0,4%) e in Basilicata (+0,3%).

Le flessioni più significative si sono registrate invece in Valle d’Aosta (-8,5%), Lazio (-6%), Friuli-Venezia Giulia (-5,7%) e Provincia autonoma di Trento (-5,1%).

In crescita i finanziamenti alle famiglie

Ma se i prestiti alle imprese sono apparsi in diminuzione (-3,4% a livello nazionale), sono invece cresciuti i finanziamenti alle famiglie. Sempre a livello nazionale e sempre su base annua, a giugno del 2023 l’aumento è stato dell’1%.

Così, invece, nelle varie aree territoriali:

  • nel Nord Ovest la variazione è stata del +0,6%;
  • il Nord Est ha segnato una variazione del +0,8%;
  • il Centro ha registrato un +1%;
  • per il Sud il dato è stato pari al +2%;
  • le Isole hanno riportato un +1,5%.

A livello di singole regioni, i maggiori tassi di crescita dei finanziamenti alle famiglie si sono avuti in Puglia (+2,5%) e in Campania (+2,1%), mentre i prestiti alle famiglie sono apparsi in contrazione nella provincia di Trento (-1%), nelle Marche (-0,8%), in Valle d’Aosta (-0,5%) e in Liguria (-0,4%).

Qualità del credito: cosa ci dicono i dati dell’Abi?

Per quanto riguarda la qualità del credito, nel secondo trimestre del 2023 a livello nazionale e all’interno delle varie aree territoriali si sono riscontrate diminuzioni, rispetto al trimestre precedente, delle sofferenze e delle inadempienze probabili, mentre c’è stato un incremento dei prestiti scaduti o sconfinanti. Un primo segnale, secondo l’Abi, “di peggioramento della qualità del credito”. Un fenomeno che, sempre secondo quanto riporta l’Associazione bancaria italiana, “interessa tutte le diverse aree di Italia”.

Sul totale delle sofferenze, la distribuzione è la seguente:

  • 14,4 miliardi di euro sono riconducibili alle imprese;
  • 2,6 miliardi sono invece attribuibili ai mutui per l’acquisto di abitazioni;
  • 1,2 miliardi si collocano nel perimetro del credito al consumo.

Cosa ci dice il rapporto tra sofferenze e impieghi?

Il rapporto tra sofferenze e impieghi, ossia fra esposizioni verso una controparte in stato di insolvenza ed esposizioni totali, appare più elevato nelle regioni del Mezzogiorno. Il dato, pari al 2,2%, si confronta con l’1,2% del totale nazionale, con lo 0,9% nel Nord e con l’1% nel Centro.

A livello regionale, poi, i valori più consistenti si sono registrati in Calabria (con il 2,4%), in Sicilia e in Sardegna (con il 2,3%). Il più basso è il dato riferito al Trentino-Alto Adige (0,6%).

Considerando solamente le imprese, il rapporto sofferenze su impieghi si attesta al 2% in Italia, al 3,4% nel Mezzogiorno, all’1,5% nel Nord e al 2,7% nel Centro Italia.

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