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Credito: quanto ne sa la Gen Z?

24 nov 2023 | 3 min di lettura | Pubblicato da Maria P.

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Nel mese dedicato all’educazione finanziaria, Kruk ha voluto provare a capire, tramite un’indagine, in che modo migliorare l’alfabetizzazione finanziaria dei giovani, quali sono gli errori più ricorrenti e come riabilitare il rapporto tra italiani e denaro.

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Secondo il sondaggio Kruk, se i Baby Boomer (i 59-78enni) e la Gen X (i 43-58enni) hanno mediamente sotto controllo la loro situazione economica, tra i Millennial la musica cambia e non di poco. Il 15% non monitora la sua stessa situazione economico-finanziaria, e la percentuale aumenta nella Gen Z, quella dei nati tra la metà degli anni Novanta e i primi anni Dieci del nuovo millennio: la quota, in questa coorte, arriva addirittura al 34%.

Il 18% dei Gen Z si è indebitato per l’acquisto del cellulare: è questa, infatti, la voce principale tra i motivi di indebitamento. Ma quanto sanno di credito al consumo e, soprattutto, di costi e tassi di interesse? Ben poco, a giudicare dai risultati del sondaggio di Kruk.

Tan e Taeg: chi sono costoro?

Senior, junior, “giovani dentro”: nessuno brilla. Ma Millennial e Gen Z sono quelli messi peggio: ignorano la differenza fra Tan, il Tasso annuo nominale che indica il tasso di interesse puro applicato a un finanziamento, e Taeg, il Tasso annuo effettivo globale che sintetizza il costo globale del finanziamento. L’ignoranza si attesta, rispettivamente, all’82% e all’83% dei casi.

Ma perché i giovani si indebitano?

Per tre ragioni, principalmente, che in realtà accomunano tutte le generazioni: il carovita, l’inadeguata educazione finanziaria e l’incapacità dei giovani di rinunciare a quelle spese che in realtà non potrebbero permettersi.

La fonte di informazione dei più giovani

Per tutti i familiari, gli amici e l’esperienza pregressa sono le principali fonti di apprendimento, quando si tratta di gestione delle finanze. Ma, sottolinea Kruk, il gruppo di amici diventa sempre più influente “quanto più giovani sono i rispondenti”. Il 25% dei 18-26enni considera i propri pari un riferimento anche in tema di educazione finanziaria, a scapito di fonti ben più autorevoli.

E allora, ecco qualche consiglio che Kruk ha voluto condividere con i più giovani (ma che vale assolutamente anche per i meno giovani) e che noi volentieri riprendiamo.

  • Pianificare: questo consente una gestione più consapevole delle spese e delle finanze in generale, tenendo sempre a mente che esistono spese ordinarie, straordinarie e imprevisti.
  • Saper chiedere e accettare aiuto all’occorrenza, per evitare che la situazione peggiori raggiungendo un livello di indebitamento molto serio, con conseguenze materiali e anche emotive sull’indebitato e non solo.
  • Riconoscere le lacune in tema di educazione finanziaria e darsi da fare per colmarle. Informarsi quindi il più possibile, eventualmente partecipando a uno dei molti incontri proposti nell’ambito di eventi di riconosciuto rilievo com’è, appunto, il Mese dell’Educazione Finanziaria. Ma anche leggendo libri o blog di approfondimento.

Informarsi, soprattutto, è estremamente importante, tenuto conto che le fonti devono essere riconosciute e avere una loro autorevolezza. Quanto agli amici e ai familiari, meglio lasciarli stare: sono sicuramente persone ottime e bene intenzionate ma, stando al Flash Barometer della Commissione Europea, non sono messi molto meglio di voi in quanto a educazione finanziaria.

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