Credito alle famiglie: le prospettive 2024
22 dic 2023 | 3 min di lettura | Pubblicato da Maria P.
Fine anno, tempo di Osservatorio sul Credito al Dettaglio. La 55esima edizione dell’indagine a cura di Assofin, Crif e Prometeia evidenzia ancora una certa cautela nel mercato del credito.
In particolare:
- le famiglie tendono a rivedere i loro progetti di spesa;
- l’offerta è più attenta ai criteri di accesso al credito.
La maggiore attenzione circa i criteri di accesso al credito si deve a tutta una serie di motivi: l’incertezza dovuta agli scenari geopolitici, l’incremento dei prezzi nell’ambito dei rialzi inflazionistici e gli aumenti dei tassi d’interesse voluti dalla Banca centrale europea. La tendenza generale segnala una preferenza per i finanziamenti di ammontare più contenuto.
Le tendenze del credito al consumo
Nel complesso, i flussi di credito al consumo hanno iniziato bene il 2023, con un buon primo trimestre, al quale però hanno poi fatto seguito un secondo e un terzo trimestre più fiacchi. I primi nove mesi del 2023, quindi, sono terminati con un segno più appena accennato: +2,3%.
A sostenere il settore, i prestiti finalizzati all’acquisto di autoveicoli e motocicli erogati ai privati presso i concessionari (+14,1%). “Il recupero”, si legge nella nota che presenta l’Osservatorio, “si lega all’evoluzione positiva del mercato del settore automotive, che ha beneficiato della maggior disponibilità di nuovi veicoli, della ripresa dell’usato e del comparto moto”.
I prestiti finalizzati all’acquisto di altri beni o servizi (arredo, elettronica ed elettrodomestici, beni per l’efficientamento energetico dell’abitazione, ciclomotori e altri beni e servizi finanziabili) hanno riportato ancora un buon andamento (+6,5% dai nove mesi del 2022).
Un altro contributo positivo è arrivato dalla componente “green”, che ha beneficiato dei bonus per la riqualificazione energetica degli immobili.
Le prospettive per il biennio 2024-2025
Secondo le previsioni condivise nell’Osservatorio, i flussi di credito al consumo, che a fine 2023 sono stati sostenuti dalla componente dei finanziamenti finalizzati, torneranno alla crescita anche nel comparto dei prestiti personali e della cessione del quinto.
Il livello dei tassi di default – i quali misurano la probabilità che un debitore non riesca a ripagare un finanziamento – non si riporterà invece ai livelli sperimentati nelle passate fasi di crisi. Come mai? Anche in questo caso, per tutta una serie di motivi.
- Il debito delle famiglie è in prevalenza a tasso fisso.
- Le attente politiche di offerta hanno creato una platea di prenditori di prestiti che nel complesso presentano requisiti di maggior solidità rispetto al passato.
- L’ammontare di liquidità accumulato nel passato, in particolare nel periodo Covid, assicura ancora un “cuscinetto” di ricchezza potenzialmente utile a fronteggiare le varie criticità.
Questo “cuscinetto”, però, andrà gradualmente esaurendosi nel tempo. “In questa fase di tassi più elevati, peraltro, molti operatori hanno anche orientato le famiglie verso scelte di indebitamento più sostenibili attraverso la rinegoziazione dei contratti, volta ad allungare i tempi di rimborso e ad alleggerire la rata favorendo la qualità del credito complessiva”, si legge sempre nella nota.
Secondo le previsioni, infine, dal 2025, con il consolidamento della crescita del reddito disponibile e il lento rientro dei tassi d’interesse, le difficoltà di rimborso scemeranno, migliorando progressivamente la qualità del credito.
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