Ripresa, imprese più ottimiste delle famiglie
26 ott 2021 | 2 min di lettura | Pubblicato da Paolo F.
Molte le preoccupazioni che gravano ancora sui nuclei
Tutti sperano nella ripartenza. Ma se le imprese sono più ottimiste, tra le famiglie prevale ancora la cautela. Più delle incognite per il quadro politico e sanitario, pesano le preoccupazioni legate alle tasse, all'inflazione e alla perdita di posti di lavoro. Lo afferma una nuova indagine di Metrica Ricerche, realizzata per Confcommercio.
Aziende più ottimiste
Il 42,7% delle imprese ha “molta o abbastanza” fiducia nella ripresa economica da qui a fine anno. Il 61% crede che la propria attività migliorerà nei prossimi mesi e una su tre prevede di aumentare gli investimenti, in particolare in innovazione e sostenibilità.
Le famiglie che esprimono ottimismo sono molte meno: appena il 24,3%. Tre famiglie su quattro, quindi, continuano a essere incerte o sfiduciate. Crescono, in particolare, i timori per un possibile calo dei redditi (per l’80% del campione) e dei risparmi (68,5%).
Le previsioni di spesa negli ultimi mesi dell’anno indicano una sostanziale stabilità dei consumi di beni e servizi (per il 75,5%) e grande prudenza nelle spese che riguardano viaggi e vacanze, tempo libero (spettacoli, concerti, stadio) e autoveicoli.
La combinazione tra scarsa fiducia, cautela e previsioni di spesa contenute lascia presagire un ricorso ai prestiti ancora debole.
Le preoccupazioni delle imprese
Osservando crisi e ripresa dai punti di vista di imprese e famiglie, emergono (com'è normale che sia) preoccupazioni in parte diverse. Ma con un denominatore comune: per entrambe l'aumento delle tasse è in cima alla lista dei maggiori ostacoli alla ripresa economica.
I timori delle famiglie
Gli altri freni temuti dalle aziende sono il calo dei redditi delle famiglie (che condizionerebbe il loro potere d'acquisto), aumento dei prezzi delle materie prime e perdita di posti di lavoro. La situazione sanitaria è solo al quinto posto.
Oltre alle tasse, le famiglie sono preoccupate dall'aumento dei prezzi, dalla perdita di occupazione. La situazione sanitaria è al quarto posto, precedendo il timore di un calo dei redditi.
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