Prestiti e social media

Prestiti e social media

Oltreoceano chi richiede un finanziamento viene valutato in base al suo comportamento sui social network

Pubblicato il 21 novembre 2014

Se siete intenzionati a chiedere, ma soprattutto se volete ottenere un prestito personale, dovete fare molta attenzione non solo alla vostra condizione economica ma anche a quello che scrivete su Facebook. Sembra strano ma è così. D'altronde, in un’epoca come questa, in cui le comunicazioni sono velocissime e ampiamente condivise, il comportamento delle banche e delle istituzioni finanziarie in genere si adegua, per non restare indietro. L'Italia, diciamolo subito, non segnala ancora casi particolari di spionaggio via Facebook, mentre gli Stati Uniti si dimostrano, come al solito, più attenti e vigili verso il controllo dei profili social, in modo da individuare gli eventuali cattivi pagatori. Addirittura questa, al di là dell'Oceano, è pratica ormai diffusa e consolidata per la valutazione del rischio di credito.
 
Gli esempi made in Usa. LenUp società di San Francisco attiva nel mondo dei prestiti personali, concede un finanziamento solo dopo che ha controllato il numero dei follower che il richiedente ha su Twitter. Motivo? L’intensa interazione sui social network è considerata indicatore di molto probabile stabilità economica.
Altro esempio? Neo, società di finanziamenti per l'acquisto di auto, stabilisce la capacità che un debitore ha nel rimborsare un prestito, analizzandone il profilo e i contatti attivati su LinkedIn. Sul social, Neo va anche a guardare le informazioni che siano legate al posto di lavoro del richiedente e il newtwork professionale dello stesso. Lenddo, società attiva sul mercato dei mutui, esamina gli amici che il potenziale cliente annovera su Facebook, focalizzandosi su coloro con cui il richiedente scambia il maggior numero di interazioni. Logicamente Lenddo, alla fine, utilizza queste informazioni e applica a esse il principio di proprietà transitiva, per cui negherà qualunque prestito a chi abbia tra gli amici dei cattivi pagatori.
 
Europa (ancora) gentile. In Europa il trend di andare a sbirciare sui social network per capire con chi si ha a che fare decidendo in base a questo se concedere o meno un prestito personale è pratica non ancora diffusa. Qualche esempio c'è comunque anche qua da noi nel Vecchio Continente. Kreditech, una start-up tedesca con sede ad Amburgo, specializzata nei prestiti on line tra Germania, Spagna e Polonia, prima di concedere qualsiasi finanziamento chiede ai potenziali clienti di poter accedere, temporaneamente, al loro account Facebook o di  un altro social network. La logica di questa richiesta è che se il network risulta composto da persone benestanti, Kreditech suppone lo sia anche il richiedente, considerando questo una sorta di viatico ad ancora migliori garanzie. 
 
Le critiche. Un tipo di approccio come questo, per fortuna si potrebbe dire, non è esente da critiche, visto che si basa più sul sentiment che sulla razionalità. In realtà, fermo restando che è ancora presto per parlare di nuova frontiera nella valutazione dell'affidabilità di un cliente piuttosto che di moda temporanea, vale la pena, d'ora in avanti, prestare molta attenzione a quello che si scrive sui social network. Perché il confine tra vita on line e vita off line diventa sempre più labile.
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Il profilo dell'autore

Franco Canevesio, nato a Genova, è un giornalista professionista la cui attività è principalmente focalizzata su temi di economia e borsa.

Ha lavorato a La Repubblica, nei primi anni ’90, dedicandosi alla cronaca e collaborando, nello stesso periodo, con diverse televisioni private liguri. Trasferitosi a Milano, ha lavorato come capo redattore di Italia-iNvest.com, il primo sito specializzato in economia in Italia. Franco Canevesio ha anche lavorato al sito di Giuseppe Turani “Lettera finanziaria”. Per ciò che concerne la carta stampata ha collaborato con La Repubblica – Affari & Finanza ed è stato redattore capo di Finanza e Mercati. Attualmente, lavora presso MF-Milano Finanza.

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