Pandemia e risparmio: è un periodo per formiche
La tendenza non riguarda solo l'Italia
Pubblicato il 15 ottobre 2021
La pandemia ha ridotto bruscamente i consumi e l'incertezza ha fatto il resto: le famiglie hanno così deciso di mettere soldi da parte. Nel terzo trimestre del 2020, il risparmio dei cittadini ha toccato il 10% del Prodotto interno lordo. È quanto emerge da un report del Fondo monetario internazionale (Fmi).
Si tratta di una tendenza che non riguarda solo l'Italia ma tutte le economie avanzate. Di sicuro la contrazione dei consumi ha avuto un peso, ma sono anche da considerare la scarsa propensione a sottoscrivere un prestito e i sostegni pubblici erogati dai governi a sostegno delle famiglie.
I consumi nel 2020
La crisi pandemica ha costretto diversi Stati a imporre misure restrittive: necessarie per limitare la circolazione del virus, hanno modificato la vita dei cittadini e, di conseguenza, entità e composizione dei loro consumi.
A inizio 2020 ha registrato cali davvero significativi (-50%) la domanda di servizi relativi a divertimento e cultura. Sono diminuiti anche i consumi di beni durevoli (-30%) e l’utilizzo dei trasporti (-25%).
Nel secondo trimestre del 2020, i servizi hanno rallentato ma non arrestato la caduta, con un calo del 3,2%. Il consumo di beni durevoli e non durevoli, invece, ha cominciato a registrare risultati positivi, progredendo rispettivamente dell'1,9% e del 2,8%.
La mano pubblica
Durante la pandemia sono stati approvati interventi dei governi a supporto delle famiglie (come sostegni al reddito, prestiti a fondo perduto, agevolazioni sui mutui). Secondo il Fmi, le misure pubbliche hanno consentito alle famiglie di mettere da parte una quota aggiuntiva di risparmi.
Anomalie rispetto al passato
Alla luce di questi dati, gli analisti evidenziano che il tasso di risparmio durante la pandemia è stato significativamente più alto rispetto a quello che si era registrato durante la crisi finanziaria del 2008-2009: in quell’occasione si era fermato all’1,9% del Pil.
La differenza è dovuta da un parte all'entità dei risparmi, dall'altra a un caduta del Prodotto interno lordo più repentina rispetto alla crisi innescata dai mutui subprime. Stando alle stime del Fmi, servirà tempo per tornare alla normalità: si prevede che i livelli di risparmio pre-Covid verranno eguagliati solo nel 2023.
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Il profilo dell'autore
Paolo Fiore, giornalista professionista e leccese in trasferta: Bologna, Roma, New York, Milano. Dopo la Scuola di giornalismo Walter Tobagi, ha scritto per Affaritaliani, MF-Milano Finanza, l'Espresso, Startupitalia e Skytg24.it. Si occupa di economia e innovazione per Agi, FocuSicilia e collabora con il gruppo Rcs.