Nel 2021 i consumi aumentano, ma non per tutti
16 giu 2022 | 4 min di lettura | Pubblicato da Rosaria B.
Cresce il divario tra le famiglie
I consumi delle famiglie crescono nel 2021, ma stentano a recuperare la forte flessione registrata nel 2020 a causa della pandemia.
I dati sulla spesa per i consumi delle famiglie diffusi nei giorni scorsi dall’Istat indicano per la spesa media mensile un importo di 2.437 euro (era 2.328 euro nel 2020; +4,7%) ma la metà delle famiglie spende meno di 2.048 euro al mese. Riprendono a crescere le differenze territoriali, pari a 728 euro tra Nord-ovest e Sud (da 625 euro nel 2020).
Come sempre, infatti, dietro al valore calcolato “in media”, vi sono differenze, anche molto elevate. Le famiglie più abbienti spendono 5 volte in più di quelle che hanno minori disponibilità economiche e la disuguaglianza nei livelli di spesa si accentua, tornando ai livelli del 2019.
Nel 2021 tagliate le spese per viaggi e abbigliamento
Nel 2021 le abitudini di spesa e di consumo si sono adattate alle conseguenze della pandemia.
Lo scorso anno, così come avvenuto ovviamente nell’anno precedente, la voce di spesa che le famiglie dichiarano di aver maggiormente limitato è quella per viaggi e vacanze. La percentuale di chi l’ha ridotta rispetto all’anno precedente è del 62,4%, un dato ancora più alto di quello riscontrato nel 2020 (pari al 46,8%) e che risulta in crescita soprattutto al Nord (dal 44,1% al 61,2%). La percentuale più elevata di famiglie che nel 2021 dichiarano di aver ridotto questo esborso si osserva comunque nel Mezzogiorno (69,8%).
La seconda voce di spesa che ha subito una riduzione rispetto all’anno precedente è quella per abbigliamento e calzature: il 52,7% delle famiglie che acquistavano già questi beni un anno prima dell’intervista (45,5% nel 2020) ha infatti limitato questa voce di spesa (49,1% nel Nord, 59,7% nel Mezzogiorno).
Al contrario, le spese per visite mediche e accertamenti periodici rappresentano la voce di spesa con la percentuale più elevata di famiglie: sono il 4,4%, dal 3,9% del 2020, ma al Centro raggiungono il 5,3%.
Ancora più ampia la disuguaglianza
Un’altra evidenza dei dati Istat è che diventa sempre più ampia la disuguaglianza nei consumi tra le diverse famiglie nonostante il ricorso ai risparmi accantonati e a prestiti personali.
Nel 2021, le famiglie con una spesa più elevata hanno un livello di spesa equivalentecomplessiva pari a 5 volte quella delle famiglie della fascia di spesa più bassa. Si torna ai livelli del 2019, nel 2020 la differenza era di 4,8 volte maggiore. La spesa per i consumi in termini reali è in ripresa ma non per le famiglie più povere. “La spesa equivalente”, dice l’Istat nel documento con cui ha comunicato i dati, “diminuisce dello 0,7% per le famiglie meno abbienti, mentre per le famiglie più abbienti aumenta del 4,5%”.
Tutti i numeri dei consumi del 2021
L’aumento dei consumi del 2021 non compensa il crollo del 2020. Sono in forte ripresa diverse voci di spesa, molto differenziate soprattutto per quei capitoli che nel 2020 della pandemia avevano avuto il calo maggiore, legato alle restrizioni agli spostamenti e alla socialità.
La spesa non alimentare, spiega l’Istat, aumenta del 5,7% rispetto al 2020 (in media 1.967 euro mensili). L’aumento più elevato (+26,5%) c’è per Servizi ricettivi e di ristorazione (100 euro mensili), che nel 2020 aveva subito un vero e proprio crollo (-38,9%). Seguono Abbigliamento e calzature (100 euro, +13,8% rispetto all’anno precedente; -23,3% nel 2020) e Trasporti (241 euro al mese, +10,8%, -24,6% nel 2020).
Cresce invece solo del 5,9% la spesa per Ricreazione, Spettacoli e cultura (99 euro mensili; -26,4% nel 2020), che, insieme a quella per Servizi ricettivi e di ristorazione, è la spesa che si mantiene più lontana dai livelli del 2019 (-22,7% la prima e -22,0% la seconda). Su entrambi questi comparti merceologici pesano ancora le limitazioni alla socialità che, pur in misura molto meno ampia del 2020, hanno caratterizzato ancora il 2021.
La spesa per Abitazione, acqua, elettricità e altri combustibili, manutenzione ordinaria e straordinaria (912 euro al mese, +2%) è in crescita anche a causa dell’inflazione. Aumentano anche le spese per Servizi sanitari e spese per la salute (118 euro al mese, 9%). Il peso di beni alimentari e bevande analcoliche è pari al 19,3% sulla spesa totale (in leggera flessione rispetto al 20.1% del 2020).
Sulla spesa alimentare, da segnalare nei dati Istat, la riduzione della spesa per carni (-1,5%, 100 euro al mese) e quella per latte, formaggi e uova (-2,8%, 60 euro mensili), che invertono il risultato in crescita del 2020 rispetto all’anno precedente (+3,4% e +5,1%).
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