I consumi aumentano, ma turismo e cultura sono ancora a secco
2 feb 2022 | 2 min di lettura | Pubblicato da Paolo F.
Si stima un ritorno al periodo pre-pandemia solo nel 2023
Il Pil cresce a grande ritmo e i consumi sono in ripresa, ma ci sono ancora alcuni settori che continuano a soffrire, come turismo e ristorazione. Sono i dati raccolti dall'Ufficio Studi di Confcommercio.
Segnali di ripresa
Nel 2021 i consumi sono aumentati del 5,1%: è il frutto della combinazione tra la ripresa economica (+6,2%) e la ritrovata fiducia, che potrebbe anche spingere il mercato dei prestiti. Attenzione però a gioire. Rispetto al 2019, i consumi sono ancora inferiori del 7,3%. Confcommercio stima quindi che non ci sarà un completo ritorno ai livelli pre-pandemici prima del 2023.
Il giudizio dell'associazione è quindi ambivalente. Da una parte i dati vengono definiti “rimbalzi statistici”; dall'altra sono un indubbio “segnale di grande vitalità del tessuto produttivo del Paese”.
I settori in difficoltà
Sono ancora forti le preoccupazioni nei confronti di alcuni settori: quasi azzerati durante il pieno lockdown, faticato a recuperare. È il caso della filiera turistica, della cultura e del tempo libero.
Secondo l'ufficio studi, gli alberghi hanno accusato una perdita di consumi del 35% rispetto al 2019. La ristorazione ha ceduto il 27,5% e i servizi culturali e ricreativi il 21,5%. Flessioni a doppia cifra anche per i trasporti (-16%) e l’abbigliamento e calzature (-10,5%).
Le proposte di Confcommercio
Tra luci e ombre, quindi, Confcommercio sottolinea come il recupero dei consumi sia nel complesso “più lento del previsto”. Per i settori più esposti, l'associazione chiede “misure sugli ammortizzatori sociali senza aggravi di costo per le imprese, sull’accesso al credito, interventi fiscali e contributi a fondo perduto parametrati alle perdite subite".
Pandemia e prezzi in aumento
Per accelerare sarebbero necessarie “condizioni macroeconomiche più favorevoli”, che sono state condizionate da da due fattori. Il primo è legato alla nuova ondata pandemica e alle restrizioni introdotte per arginarla. Il secondo è l'inflazione: i prezzi in aumento rischiano di bloccare le spese delle famiglie italiane.
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