Crolla il commercio in Italia: tutta colpa del Covid
5 mar 2021 | 3 min di lettura | Pubblicato da Franco C.
Resistono solo i beni alimentari e tecnologici
Si vendono solo gli alimentari, il resto tracolla. Il commercio precipita sotto i colpi di emergenza sanitaria, limitazioni agli spostamenti e, soprattutto, sotto il maglio dell'impoverimento generale della popolazione.
È questo il quadro che emerge dai dati Istat sul commercio al dettaglio riguardanti gennaio 2021.
I numeri parlano chiaro: le vendite calano del 3% su base mensile, mentre crollano del 6,8% su base annuale.
Sembra scemare anche la fiducia nei prestiti personali, che a gennaio sono crollati del 27,1% secondo Crif.
Segno meno per tutto il commercio
Alla crescita (lieve) delle vendite dei beni alimentari (+0,1% in valore, +0,3% in volume) si contrappone la riduzione (forte) di quelli non alimentari: -5,8% in valore, -7,2% in volume. Questo, almeno, per quanto concerne il raffronto mensile.
Per quello annuale, dunque rispetto a gennaio 2020, le vendite al dettaglio scendono del 6,8% in valore e precipitano dell’8,5% in volume: anche qui, calo deciso dei beni non alimentari (-15,5% in valore, -17,1% in volume) e aumento per quelli alimentari (+4,5% in valore, +3,8% in volume).
Nel dramma resistono solo alimentari, e-commerce e discount
In sostanza, l’unica forma distributiva che cresce è l’e-commerce, che segna un +38,4% rispetto a gennaio 2020.
“Il 2021 si apre col protrarsi dell’emergenza sanitaria e delle limitazioni, regionali e nazionali, alle attività degli esercizi commerciali - scrive l'Istat - In questo contesto il comparto non alimentare registra un calo rilevante mentre l'alimentare si mantiene in crescita.
Le imprese che operano su piccole superfici insieme agli esercizi specializzati - prosegue Istat - risentono pesantemente del calo del comparto non alimentare”.
Le vendite della grande distribuzione, invece, sempre secondo Istat, “risultano in aumento (+3,6%), trascinate dai discount alimentari (+14,1%). Prosegue, infine, la crescita forte del commercio elettronico”.
Crollo dei beni non alimentari
Fra i beni non alimentari cali sparsi per quasi tutti, a eccezione di elettrodomestici, radio, tv e registratori (+11,7%), dotazioni per l’informatica, tlc e telefonia (+9,9%); più marcate le flessioni di calzature, articoli in cuoio e articoli da viaggio (-36,4%) e di abbigliamento e pellicceria (-33,%).
Situazione critica, secondo le associazioni dei consumatori
Secondo il Codacons, questi dati Istat sono peggiori delle previsioni.
“I dati Istat, però, certificano anche quanto il covid influisca sulle abitudini delle famiglie, sempre più numerose nel fare attenzione al prezzo per orientarsi nelle scelte - spiega Carlo Rienzi, presidente Codacons - A gennaio 2021 si registra un boom per i discount che registrano un incremento del 14,1% a fronte del calo del 5,1% delle vendite nella grande distribuzione.
Il ricorso massiccio al discount - sottolinea Rienzi - attesta l'impoverimento delle famiglie, confermato dai dati Istat sulla povertà”.
Flop saldi
Nemmeno i saldi quest'anno sono ancora riusciti a dare ossigeno al settore.
Sono stati un flop, come sottolinea l’Unione nazionale consumatori, parlando addirittura di dati “fallimentari e drammatici”.
Le vendite non alimentari - conferma il presidente Unc, Massimiliano Dona - registrano un tracollo del 15,5%. Record negativo delle calzature, con una caduta annua del 36,4%, con l’abbigliamento al secondo posto di questa classifica, in flessione del 33%”.
Federconsumatori, vendite online in controtendenza
“Unico dato in controtendenza - aggiunge Federconsumatori - è il dato relativo alle vendite online, in forte crescita a +38,4% confermando un’abitudine ormai radicata.
In grave crisi, invece, i piccoli esercizi e i negozi di vicinato: dopo aver rivelato la loro utilità durante il lockdown in termini di servizi di prossimità, rischiano adesso di soccombere alla crisi”.
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