Crescono i consumi, ma il rischio “frenata” è dietro l’angolo
10 feb 2022 | 3 min di lettura | Pubblicato da Rosaria B.
Il 2021 si è chiuso in ripresa
Nel mese di dicembre, tra pranzi delle feste, addobbi e regali di Natale, gli italiani hanno speso di più del mese precedente, sostenuti dalla tredicesima, da prestiti personali e dal risparmio accantonato durante la pandemia.
Le vendite al dettaglio di dicembre hanno infatti registrato un aumento del 9,4% su base annua in termini di valore, come rivela l’Istat nel suo ultimo report dedicato al comparto. Per la maggior parte delle associazioni di tutela dei consumatori, però, non si può parlare ancora di una vera e propria ripresa dei consumi per diversi motivi: da un lato il mese di dicembre è sempre stato influenzato dagli acquisti natalizi, mentre dall’altro l’incremento delle vendite, soprattutto dei beni non alimentari, avrebbe beneficiato dell’effetto rimbalzo dovuto al rinvio degli acquisti durante il periodo più difficile della pandemia.
I dati dell’Istat: vendite in aumento nel 2021
I dati diffusi dall’Istat rivelano che a dicembre 2021 vi è stato un aumento rispetto al mese precedente per le vendite al dettaglio dello 0,9% in valore e dello 0,6% in volume. Sono in crescita sia le vendite dei beni alimentari (1,7% in valore e 1,2% in volume) sia, in misura più contenuta, quelle dei beni non alimentari (0,3% in valore e 0,2% in volume).
Nel confronto annuale, invece, a dicembre 2021 le vendite al dettaglio aumentano del 9,4% in valore e del 7,7% in volume. Sono, soprattutto, le vendite dei beni non alimentari a crescere (14,3% in valore e 13,4% in volume) mentre quelle dei beni alimentari registrano aumenti meno marcati (3,1% in valore e 0,2% in volume).
Come si legge in una nota dell’Istituto nazionale di Statistica, “nel complesso del 2021 le vendite al dettaglio sono in decisa ripresa rispetto all’anno precedente, influenzato pesantemente dall’emergenza sanitaria, con una crescita annua del 7,9% in valore e del 7,2% in volume. L’incremento complessivo è attribuibile soprattutto al rimbalzo del comparto non alimentare, le cui vendite tornano ai livelli del 2019”.
Crescita a doppia cifra per le vendite non alimentari
Se si guarda ai prodotti non alimentari sono tutti in crescita su base annua, fatta eccezione per elettrodomestici, radio tv e registratori in flessione dello 0,1%. Crescono poco le vendite degli articoli dei settori informatica, telecomunicazioni e telefonia (0,6%), mentre gli aumenti maggiori riguardano mobili, articoli tessili, arredamento (26,1%), abbigliamento e pellicceria (24,7%) e prodotti farmaceutici (22%).
Aumentano invece le vendite di calzature e articoli da viaggio (19,3%), giochi, giocattoli, sport e campeggio (13,7%), prodotti di profumeria e cura della persona (12,6%), settori in parte “compressi” nelle vendite durante il periodo dell’emergenza sanitaria caratterizzato da chiusure e restrizioni negli spostamenti e dalla riduzione delle occasioni di svago e vacanza.
Per quanto riguarda la tipologia di negozi, rispetto a dicembre 2020 il valore delle vendite al dettaglio cresce per la grande distribuzione (5,9%), le imprese attive su piccole superfici (14,8%) e le vendite al di fuori dei negozi (12,4%), mentre il commercio elettronico è in calo del 4,1%.
Per le associazioni dei consumatori il futuro resta incerto
Le associazioni dei consumatori commentano questi dati sottolineando però il contributo dato dall’ “effetto Natale” sui consumi. Il futuro, a loro giudizio, non si prospetta roseo, considerato il caro prezzi e il caro energia.
Per l’Unione Nazionale Consumatori vi sono segnali positivi, mentre per Assoutenti il settore del commercio rischia nel 2022 una crisi importante a causa del caro-bollette e della corsa dei prezzi al dettaglio che inciderà sul potere d’acquisto delle famiglie. Anche il Codacons invita a frenare facili entusiasmi davanti al rimbalzo dei consumi.
L’opinione, quasi unanime, infatti è che la buona performance delle vendite di dicembre e l’andamento positivo del 2021 siano stati determinati unicamente dal confronto con un 2020 disastroso, caratterizzato da una forte contrazione degli acquisti da parte delle famiglie. Difficile invece fare previsioni sull’andamento delle vendite al dettaglio per l’anno in corso su cui avrà un peso determinante l’eventuale azione di Governo in materia di contenimento del costo dell’energia.
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