Le nuove restrizioni costano 80 milioni al giorno
9 apr 2021 | 2 min di lettura | Pubblicato da Paolo F.
Turismo, viaggi e ospitalità il comparto più colpito in assoluto
Con la maggior parte d’Italia ancora in zona rossa, per molte attività continua il periodo complicato.
Secondo le ultime stime di Confesercenti, sarebbero circa 80 i milioni di euro persi ogni giorno in termini di mancati consumi, almeno fino quando si protrarranno le misure di limitazione più rigide.
Commercio e turismo in forte sofferenza
La contrazione dei consumi a causa del prolungarsi della crisi sanitaria nei primi quattro mesi dell’anno ammonta a 9,5 miliardi di euro.
Oltre un terzo riguarda il commercio al dettaglio. Ma sono turismo, viaggi e ospitalità il comparto più colpito in assoluto, con perdite che superano i 5 miliardi.
Sono una diretta conseguenza delle chiusure natalizie, cui si sommano i mancati incassi per il weekend di Pasqua, che solitamente segna l’avvio della stagione primaverile.
Rischio chiusura per quasi mezzo milione di imprese
Dopo oltre un anno di “Stop & Go”, la mancanza di liquidità mette a rischio 450 mila imprese. Per questo motivo, Confesercenti ha lanciato un allarme riguardo alla sostenibilità sul lungo termine dell'economia italiana, chiedendo di pensare soluzioni alternative a quelle messe in campo dal governo.
La richiesta di sostegni e ristori
Senza liquidità, le imprese fanno fatica a reggere. Ma non solo: anche per le attività in salute, un quadro nebuloso e senza certezze è un disincentivo agli investimenti e alla sottoscrizione di prestiti.
Ecco perché chiedono sostegni e ristori in tempo rapido, non solo per coprire quanto perso nel 2020, ma anche per affrontare il 2021.
Confesercenti chiede “sostegni che devono essere rivolti a tutti, perché è inaccettabile parlare di ‘selezionare’ le attività da salvare: le imprese oggi si trovano in difficoltà non per propria responsabilità o perché non riescono a stare sul mercato, ma perché non possono operare a causa di una scelta amministrativa dovuta all’emergenza sanitaria in corso”.
Le aspettative per la ripresa
Confindustria ha già posticipato le previsioni di ripresa economica: se in un primo momento si pensava a dati positivi già nel secondo trimestre 2021, ora si parla di una vera ripartenza solo nella seconda metà dell'anno. E solo se la campagna vaccinale sortirà l’effetto previsto.
Il ritardo potrebbe aumentare ancor più il divario tra i settori in crisi e quelli che hanno retto (o sono stati indirettamente avvantaggiati dalla pandemia).
Confesercenti è più pessimista: le piccole attività che rappresenta stanno incontrando una crisi talmente ingente che i livelli di consumo pre-pandemia dovrebbero rivedersi solo nel 2024.
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